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III ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA LE SFIDE PASTORALI SULLA FAMIGLIA NEL CONTESTO DELL’EVANGELIZZAZIONE INSTRUMENTUM LABORIS - Capitolo II Conoscenza e ricezione della Sacra Scrittura e dei documenti della Chiesa su matrimonio e famiglia

 

Capitolo II
Conoscenza e ricezione della Sacra Scrittura
e dei documenti della Chiesa
 su matrimonio e famiglia

8. La nostra stagione ecclesiale è caratterizzata da un’ampia riscoperta della Parola di Dio nella vita della Chiesa. La ripresa della Sacra Scrittura, in ambito ecclesiale, ha segnato, in modo differenziato, la vita delle diocesi, delle parrocchie e delle comunità ecclesiali. Dalle numerose risposte e osservazioni pervenute, risulta però che la conoscenza, la comunicazione e la ricezione degli insegnamenti della Chiesa riguardanti la famiglia avvengono in modalità assai diversificate, secondo il vissuto familiare, il tessuto ecclesiale e il contesto socio-culturale. Nelle zone in cui è viva una tradizione cristiana ed una pastorale ben organizzata, si trovano persone sensibili alla dottrina cristiana sul matrimonio e la famiglia. Altrove, per motivi diversi, si trovano molti cristiani che ignorano la stessa esistenza di questi insegnamenti.

La conoscenza della Bibbia sulla famiglia

9. In via generale, si può dire che l’insegnamento della Bibbia, soprattutto dei Vangeli e delle Lettere paoline, è oggi più conosciuto. Tuttavia, da parte di tutte le Conferenze Episcopali si afferma che resta ancora molto da fare, perché esso diventi il fondamento della spiritualità e della vita dei cristiani anche in riferimento alla famiglia. Da non poche risposte, si nota anche un grande desiderio tra i fedeli di conoscere meglio la Sacra Scrittura.

10. In questa prospettiva, risalta quanto sia decisiva la formazione del clero ed in particolare la qualità delle omelie, sulla quale il Santo Padre Francesco ha recentemente insistito (cf. EG 135-144). Infatti, l’omelia è uno strumento privilegiato per presentare ai fedeli la Sacra Scrittura nella sua valenza ecclesiale ed esistenziale. Grazie ad una adeguata predicazione, il popolo di Dio è messo in condizione di apprezzare la bellezza della Parola che attrae e conforta la famiglia. Insieme all’omelia, si riconosce come strumento importante la promozione, all’interno delle diocesi e delle parrocchie, di corsi che aiutino i fedeli ad accostarsi alle Scritture in modo adeguato. Si suggerisce non tanto di moltiplicare iniziative pastorali, ma di animare biblicamente tutta la pastorale familiare. Ogni circostanza in cui la Chiesa è chiamata a prendersi cura dei fedeli, nell’ambito della famiglia, è un’occasione perché il Vangelo della famiglia venga annunciato, sperimentato ed apprezzato.

Conoscenza dei documenti del Magistero

11. La conoscenza dei documenti conciliari e post-conciliari del Magistero sulla famiglia da parte del popolo di Dio, sembra essere generalmente scarsa. Certamente, vi è una certa conoscenza di essi da parte degli addetti ai lavori in ambito teologico. Tuttavia, questi testi non sembrano permeare nel profondo la mentalità dei fedeli. Vi sono anche risposte che schiettamente riconoscono il fatto che tali documenti, tra i fedeli, non sono affatto conosciuti. In qualche risposta, si fa notare che a volte i documenti vengono percepiti, soprattutto dai laici, che non hanno preparazione previa, come realtà un po’ “esclusive”. Si avverte una certa fatica nel prendere in mano e studiare questi testi. Spesso, se non c’è qualcuno preparato, in grado d’introdurre alla loro lettura, questi documenti appaiono di difficile accostamento. Soprattutto, si sente il bisogno di mostrare il carattere esistenziale delle verità affermate nei documenti.

La necessità di sacerdoti e di ministri preparati

12. Qualche osservazione pervenuta ha imputato la responsabilità della scarsa diffusione di questa conoscenza agli stessi pastori, che, secondo il giudizio di alcuni fedeli, non conoscono loro stessi in profondità l’argomento matrimonio-famiglia dei documenti, né sembrano avere gli strumenti per sviluppare questa tematica. Da alcune osservazioni pervenute, si può evincere come i pastori, talvolta, si sentano inadeguati ed impreparati a trattare problematiche che riguardano la sessualità, la fecondità e la procreazione, cosicché spesso si preferisce non affrontare questi temi. In alcune risposte,si trova anche una certa insoddisfazione nei confronti di alcuni sacerdoti che appaiono indifferenti rispetto ad alcuni insegnamenti morali. Il loro disaccordo con la dottrina della Chiesa ingeneraconfusione tra il popolo di Dio. Si chiede, per questo, che gli stessi sacerdoti siano più preparati e responsabili nello spiegare la Parola di Dio e nel presentare i documenti della Chiesa riguardo al matrimonio e alla famiglia.

Accoglienza diversificata dell’insegnamento della Chiesa

13. Un buon numero di Conferenze Episcopali nota che, là dove si trasmette in profondità, l’insegnamento della Chiesa con la sua genuina bellezza, umana e cristiana è accettato con entusiasmo da larga parte dei fedeli. Quando si riesce a mostrare una visione globale del matrimonio e della famiglia secondo la fede cristiana, allora ci si accorge della loro verità, bontà e bellezza. L’insegnamento è maggiormente accettato dove c’è un reale cammino di fede da parte dei fedeli, e non solo una curiosità estemporanea intorno a cosa pensi la Chiesa sulla morale sessuale.D’altra parte, molte risposte confermano che, anche quando l’insegnamento della Chiesa intorno a matrimonio e famiglia è conosciuto, tanti cristiani manifestano difficoltà ad accettarlo integralmente. In genere, si fa menzione di elementi parziali della dottrina cristiana, sebbene rilevanti, ove si nota una resistenza, in gradi diversi, come ad esempio riguardo a controllo delle nascite, divorzio e nuove nozze, omosessualità, convivenza, fedeltà, relazioni prematrimoniali, fecondazione in vitro, ecc. Molte risposte attestano come, invece, l’insegnamento della Chiesa sulla dignità e il rispetto per la vita umana sia più largamente e facilmente accettato, almeno in via di principio.

14. A ragione, viene fatto osservare che sarebbe necessaria una maggiore integrazione tra spiritualità familiare e morale, che permetterebbe di comprendere meglio anche il Magistero della Chiesa in ambito di morale familiare. Qualche intervento constata l’importanza di valorizzare elementi delle culture locali, che possono aiutare a comprendere il valore del Vangelo; è il caso di molta cultura asiatica, centrata frequentemente sulla famiglia. In questi contesti, alcune Conferenze Episcopali affermano che non è difficile integrare gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia con i valori sociali e morali del popolo, presenti in queste culture. Con ciò si vuole anche richiamare l’attenzione sull’importanza della interculturalità nell’annuncio del Vangelo della famiglia. In definitiva, dalle risposte e osservazioni pervenute, emerge la necessità di attivare percorsi formativi concreti e possibili, mediante i quali introdurre alle verità della fede che riguardano la famiglia, soprattutto per poterne apprezzare il profondo valore umano ed esistenziale.

Alcuni motivi della difficoltà di ricezione

15. Alcune Conferenze Episcopali rilevano che il motivo di molta resistenza agli insegnamenti della Chiesa circa la morale familiare è la mancanza di un’autentica esperienza cristiana, di un incontro personale e comunitario con Cristo, che non può essere sostituito da alcuna presentazione, sia pur corretta, di una dottrina. In questo contesto, si lamenta l’insufficienza di una pastorale preoccupata solo di amministrare i sacramenti, senza che a ciò corrisponda una vera esperienza cristiana coinvolgente. Inoltre, la stragrande maggioranza delle risposte mette in risalto il crescente contrasto tra i valori proposti dalla Chiesa su matrimonio e famiglia e la situazione sociale e culturale diversificata in tutto il pianeta. Si riscontra unanimità nelle risposte anche in relazione ai motivi di fondo delle difficoltà nell’accoglienza dell’insegnamento della Chiesa: le nuove tecnologie diffusive ed invasive; l’influenza dei mass media; la cultura edonista; il relativismo; il materialismo; l’individualismo; il crescente secolarismo; il prevalere di concezioni che hanno portato ad una eccessiva liberalizzazione dei costumi in senso egoistico; la fragilità dei rapporti interpersonali; una cultura che rifiuta scelte definitive, condizionata dalla precarietà, dalla provvisorietà, propria di una “società liquida”, dell’“usa e getta”, del “tutto e subito”; valori sostenuti dalla cosiddetta “cultura dello scarto” e del “provvisorio”, come ricorda frequentemente Papa Francesco.

16. Qualcuno ricorda gli ostacoli dovuti al lungo dominio di ideologie atee in tanti Paesi, che hanno creato un atteggiamento di diffidenza nei confronti dell’insegnamento religioso in genere. Altre risposte, poi, riferiscono delle difficoltà che la Chiesa incontra nel confronto con le culture tribali e le tradizioni ancestrali, in cui il matrimonio ha caratteristiche assai diverse rispetto alla visione cristiana, come ad esempio nel sostenere la poligamia o altre visioni che contrastano con l’idea di matrimonio indissolubile e monogamico. I cristiani che vivono in questi contesti certamente hanno bisogno di essere fortemente sostenuti dalla Chiesa e dalle comunità cristiane.

Promuovere una migliore conoscenza del Magistero

17. Molte risposte hanno messo a tema la necessità di trovare nuovi modi per trasmettere gli insegnamenti della Chiesa su matrimonio e famiglia. Molto dipende dalla maturità della Chiesa particolare, dalla sua tradizione in merito e dalle effettive risorse disponibili sul territorio. Soprattutto, si riconosce la necessità di formare operatori pastoraliin grado di mediare il messaggio cristiano in modo culturalmente adeguato. Ad ogni modo, quasi la totalità delle risposte afferma che, a livello nazionale, esiste una Commissione per la Pastorale della Famiglia e il Direttorio della Pastorale Familiare. Generalmente, le Conferenze Episcopali propongono l’insegnamento della Chiesa attraverso documenti, simposi ed un’animazione capillare; come pure, a livello diocesano, si opera mediante vari organismi e commissioni. Certamente non mancano anche risposte che rivelano una situazione pesante per l’organizzazione ecclesiale, in cui mancano risorse economiche ed umane, per poter organizzare in modo continuativo una catechesi sulla famiglia.

18. Molti ricordano come sia decisivo stabilire rapporti con centri accademici adeguati e preparati su tematiche familiari, a livello dottrinale, spirituale e pastorale. In alcune risposte, si raccontano proficui collegamenti a livello internazionale tra centri universitari e diocesi, anche in zone periferiche della Chiesa, per promuovere momenti formativi qualificati su matrimonio e famiglia. Un esempio, più volte citato dalle risposte, è la collaborazione con il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia di Roma, con diverse sedi in tutto il mondo. Al riguardo, diverse Conferenze Episcopali richiamano l’importanza di sviluppare le intuizioni di San Giovanni Paolo II sulla teologia del corpo, nelle quali si propone un accostamento fecondo alle tematiche della famiglia, con sensibilità esistenziale e antropologica, aperto alle nuove istanze emergenti nel nostro tempo.

19. Infine, è rilievo comune che la catechesi su matrimonio e famiglia non possa essere oggi solo limitata alla preparazione della coppia al matrimonio; occorre una dinamica di accompagnamento di carattere esperienziale che, attraverso testimoni, mostri la bellezza di quanto il Vangelo e i documenti del Magistero della Chiesa sulla famiglia ci trasmettono. Molto prima che si presentino per il matrimonio, i giovani hanno bisogno di essere aiutati a conoscere ciò che la Chiesa insegna e perché lo insegna. Molte risposte mettono in rilievo il ruolo dei genitori nella catechesi specifica sulla famiglia. Essi hanno un ruolo insostituibile da svolgere nella formazione cristiana dei figli in relazione al Vangelo della famiglia. Questo compito chiede una profonda comprensione della loro vocazione alla luce della dottrina della Chiesa. La loro testimonianza è già una catechesi vivente, non solo nella Chiesa, ma anche nella società.

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