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III ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA LE SFIDE PASTORALI SULLA FAMIGLIA NEL CONTESTO DELL’EVANGELIZZAZIONE INSTRUMENTUM LABORIS - Capitolo III Vangelo della famiglia e legge naturale

  

Capitolo III
Vangelo della famiglia e legge naturale

Il nesso tra Vangelo della famiglia e legge naturale

20. Nel contesto dell’accoglienza dell’insegnamento della Chiesa su matrimonio e famiglia è necessario tenere presente il tema della legge naturale. Qui si considera il fatto che i documenti magisteriali fanno spesso riferimento a questo vocabolario, che oggi presenta delle difficoltà. La perplessità, oggi in atto su vasta scala intorno al concetto di legge naturale, tende a coinvolgere in modo problematico alcuni elementi della dottrina cristiana sul tema. In realtà, ciò che soggiace alla relazione tra Vangelo della famiglia e legge naturale non è tanto la difesa di un concetto filosofico astratto, quanto il necessario rapporto che il Vangelo stabilisce con l’umano in tutte le sue declinazioni storiche e culturali. «La legge naturale risponde così all’esigenza di fondare sulla ragione i diritti dell’uomo e rende possibile un dialogo interculturale e interreligioso» (CTI, Alla ricerca di un’etica universale: nuovo sguardo sulla legge naturale, 35).

Problematicità della legge naturale oggi

21. Alla luce di quanto la Chiesa ha sostenuto lungo i secoli, esaminando la relazione tra Vangelo della famiglia e l’esperienza comune ad ogni persona, è possibile considerare le numerose problematicità evidenziate nelle risposte al questionario rispetto al tema della legge naturale. Per la stragrande maggioranza delle risposte e delle osservazioni, il concetto di “legge naturale” risulta essere come tale, oggi nei diversi contesti culturali, assai problematico, se non addirittura incomprensibile. Si tratta di una espressione che viene intesa in modo differenziato o semplicemente non capita. Numerose Conferenze Episcopali, in contesti estremamente diversi, affermano che, sebbene la dimensione sponsale della relazione tra uomo e donna sia generalmente accettata come realtà vissuta, ciò non viene interpretato conformemente ad una legge universalmente data. Solo un numero molto ristretto di risposte e di osservazioni ha evidenziato una adeguata comprensione di tale legge a livello popolare.

22. Risulta pure dalle risposte ed osservazioni che l’aggettivo “naturale” tende ad essere talvolta recepito secondo la sfumatura soggettiva di “spontaneo”. Le persone sono orientate a valorizzare il sentimento e l’emotività; dimensioni che appaiono come “autentiche” e “originali” e, dunque, “naturalmente” da seguire. Le visioni antropologiche soggiacenti richiamano, da una parte, l’autonomia della libertà umana, non necessariamente vincolata ad un ordine oggettivo naturale, e, dall’altra, l’aspirazione alla felicità dell’essere umano, intesa come realizzazione dei propri desideri. Di conseguenza, la legge naturale viene percepita come retaggio sorpassato. Oggi, non solo in Occidente, ma progressivamente in ogni parte della terra, la ricerca scientifica rappresenta una seria sfida al concetto di natura. L’evoluzione, la biologia e le neuroscienze, confrontandosi con l’idea tradizionale di legge naturale, giungono a concludere che essa non è da considerarsi “scientifica”.

23. Anche la nozione di “diritti umani” viene generalmente vista come un richiamo all’autodeterminazione del soggetto, non più ancorata all’idea di legge naturale. Al riguardo, molti notano che i sistemi legislativi di numerosi Paesi si trovano a dover regolamentare situazioni contrarie al dettato tradizionale della legge naturale (per esempio, la fecondazione in vitro, le unioni omosessuali, la manipolazione di embrioni umani, l’aborto, ecc.). In questo contesto, si trova la crescente diffusione della ideologia chiamata gender theory, secondo la quale il gender di ciascun individuo risulta essere solo il prodotto di condizionamenti e di bisogni sociali, cessando, così, di avere piena corrispondenza con la sessualità biologica.

24. Inoltre, si fa ampiamente notare come ciò che viene stabilito dalla legge civile – basato sul positivismo giuridico, sempre più dominante – divenga, nella mentalità comune, anche moralmente accettabile. Ciò che è “naturale” tende ad essere definito tale soltanto dall’individuo e dalla società, divenuti gli unici giudici per le scelte etiche. La relativizzazione del concetto di “natura” si riflette anche sul concetto di “durata” stabile in rapporto all’unione sponsale. Oggi, un amore è considerato “per sempre” solo in relazione a quanto possa effettivamente durare.

25. Se, da una parte, si assiste ad una perdita di significato della “legge naturale”, dall’altra, come affermato da varie Conferenze Episcopali dell’Africa, dell’Oceania e dell’Asia orientale, in alcuni regioni è la poligamia ad essere considerata “naturale”, così come “naturale” è considerato il ripudiare una moglie che non sia in grado di dare figli – e, tra questi, figli maschi – al marito. Emerge, in altri termini, che dal punto di vista della cultura diffusa la legge naturale non sia più da considerarsi universale, dal momento che non esiste più un sistema di riferimento comune.

26. Dalle risposte emerge la convinzione generalizzata del fatto che la distinzione dei sessi possieda un fondamento naturale all’interno dell’umana esistenza. Esiste, dunque, per forza della tradizione, della cultura e dell’intuizione, il desiderio di mantenere l’unione tra l’uomo e la donna. La legge naturale è dunque universalmente accettata “di fatto” dai fedeli, pur senza la necessità di essere teoricamente giustificata. Poiché il venir meno del concetto di legge naturale tende a dissolvere il legame tra amore, sessualità e fertilità, intesi come essenza del matrimonio, molti aspetti della morale sessuale della Chiesa non vengono oggi capiti. Su questo si radica una certa critica alla legge naturale anche da parte di alcuni teologi.

Contestazione pratica della legge naturale sull’unione tra uomo e donna

27. Considerato lo scarso utilizzo odierno del riferimento alla legge naturale da parte di molte realtà accademiche, le contestazioni maggiori provengono dalla pratica massiccia del divorzio, della convivenza, della contraccezione, dalle procedure artificiali di procreazione, dalle unioni omosessuali. Tra le popolazioni più povere e meno influenzate dal pensiero dell’Occidente – in particolar modo si fa qui riferimento ad alcuni Stati africani –, si sono evidenziati altri tipi di contestazione di questa legge, come il fenomeno del machismo, della poligamia, dei matrimoni tra adolescenti e preadolescenti, del divorzio in caso di sterilità o, comunque, di mancanza di discendenza maschile, ma anche dell’incesto ed altre pratiche aberranti.

28. In quasi tutte le risposte, incluse le osservazioni, si registra il numero crescente di casi di famiglie “allargate”, soprattutto per la presenza di figli avuti da diversi partners. Nella società occidentale, sono ormai numerosi anche i casi in cui i figli, oltre che con genitori separati o divorziati, risposati o meno, si trovano pure con nonni nella medesima situazione. Inoltre, specialmente in Europa e in America del Nord (ma anche tra gli Stati dell’Asia orientale), sono riscontrati casi in netta crescita di unioni matrimoniali non aperte alla vita, così come di individui che impostano la loro vita come singles. Anche le famiglie monoparentali sono in netta crescita. In quegli stessi Continenti si assiste parimenti a un vertiginoso innalzamento dell’età matrimoniale. Molte volte, in special modo negli stati dell’Europa del Nord e dell’America settentrionale, i figli sono avvertiti come un ostacolo al benessere della persona e della coppia.

29. Degna di menzione è la volontà di riconoscere a livello civile, in particolare in alcune zone dell’Asia, unioni cosiddette “multipersonali” tra individui di orientamenti e di identità sessuali diversi, basate solo sui propri bisogni e sulle singole e soggettive necessità. In sintesi, si tende ad accentuare il diritto alla libertà individuale senza compromesso: le persone si “costruiscono” solo in base ai propri desideri individuali. Ciò che si giudica sempre più divenire “naturale” è più che altro l’autoreferenzialità della gestione dei propri desideri ed aspirazioni. A ciò contribuisce pesantemente l’influsso martellante dei mass media e dello stile di vita esibito da certi personaggi dello sport e dello spettacolo; aspetti, questi, che esercitano la loro influenza anche in quei Paesi in cui la cultura familiare tradizionale sembra aver più resistito (Africa, Medio Oriente e Asia centro-meridionale).

Auspicabile rinnovamento del linguaggio

30. L’esigenza sottesa all’uso tradizionale dell’espressione “legge naturale” spinge a migliorare il linguaggio e il quadro concettuale di riferimento, così da comunicare i valori del Vangelo in modo comprensibile all’uomo di oggi. In particolare, dalla grande maggioranza delle risposte e, ancor di più, delle osservazioni, emerge la necessità di dare una enfasi decisamente maggiore al ruolo della Parola di Dio quale strumento privilegiato nella concezione della vita coniugale e familiare. Si raccomanda maggiore riferimento al mondo biblico, ai suoi linguaggi e forme narrative. In tal senso, degna di rilievo è la proposta di tematizzare e approfondire il concetto, di ispirazione biblica, di “ordine della creazione”, come possibilità di rileggere in modo esistenzialmente più significativo la “legge naturale” (cf. l’idea di legge scritta nel cuore in Rm 1,19-21 e 2,14-15). Si propone anche l’insistenza sui linguaggi accessibili, come ad esempio quello simbolico utilizzato dalla liturgia. Si raccomanda anche l’attenzione al mondo giovanile da assumere come interlocutore diretto, anche su questi temi.

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