Testo integrale della Relazione finale del Sinodo - INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
1. Noi Padri, riuniti in Sinodo intorno a Papa Francesco, Lo ringraziamo per averci convocato a riflettere con Lui, e sotto la Sua guida, sulla vocazione e la missione della famiglia oggi. A Lui offriamo il frutto del nostro lavoro con umiltà, nella consapevolezza dei limiti che esso presenta. Possiamo tuttavia affermare che abbiamo costantemente tenuto presenti le famiglie del mondo, con le loro gioie e speranze, con le loro tristezze e angosce. I discepoli di Cristo sanno che «nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia» (GS, 1). Ringraziamo il Signore per la generosa fedeltà con cui tante famiglie cristiane rispondono alla loro vocazione e missione, anche dinanzi a ostacoli, incomprensioni e sofferenze. A queste famiglie va l’incoraggiamento di tutta la Chiesa che unita al suo Signore e sorretta dall’azione dello Spirito, sa di avere una parola di verità e di speranza da rivolgere a tutti gli uomini. Lo ha ricordato Papa Francesco nella celebrazione con cui si è aperta l’ultima tappa di questo cammino sinodale dedicato alla famiglia: «Dio non ha creato l’essere umano per vivere in tristezza o per stare solo, ma per la felicità, per condividere il suo cammino con un’altra persona che gli sia complementare […]. È lo stesso disegno che Gesù […] riassume con queste parole: “Dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne” (Mc 10,6-8; cf.Gen 1,27; 2,24)». Dio «unisce i cuori di un uomo e una donna che si amano e li unisce nell’unità e nell’indissolubilità. Ciò significa che l’obiettivo della vita coniugale non è solamente vivere insieme per sempre, ma amarsi per sempre! Gesù ristabilisce così l’ordine originario ed originante. […] solo alla luce della follia della gratuità dell’amore pasquale di Gesù apparirà comprensibile la follia della gratuità di un amore coniugale unico e usque ad mortem» (Omelia della Messa di apertura del Sinodo, 4 ottobre 2015).
2. Grembo di gioie e di prove, la famiglia è la prima e fondamentale “scuola di umanità” (cf. GS, 52). Nonostante i segnali di crisi dell’istituto familiare, nei vari contesti, il desiderio di famiglia resta vivo nelle giovani generazioni. La Chiesa, esperta in umanità e fedele alla sua missione, annuncia con convinzione profonda il “Vangelo della famiglia”: ricevuto con la Rivelazione di Gesù Cristo e ininterrottamente insegnato dai Padri, dai Maestri della spiritualità e dal Magistero della Chiesa. La famiglia assume per il cammino della Chiesa un’importanza speciale: «Tanto era l’amore che [Dio] ha incominciato a camminare con l’umanità, ha incominciato a camminare con il suo popolo, finché giunse il momento maturo e diede il segno più grande del suo amore: il suo Figlio. E suo Figlio dove lo ha mandato? In un palazzo? In una città? A fare un’impresa? L’ha mandato in una famiglia. Dio è entrato nel mondo in una famiglia. E ha potuto farlo perché quella famiglia era una famiglia che aveva il cuore aperto all’amore, aveva le porta aperte» (Francesco, Discorso alla Festa delle Famiglie, Philadelphia, 27 settembre 2015). Le famiglie di oggi sono inviate come “discepoli missionari” (cf. EG, 120). In questo senso è necessario che la famiglia si riscopra come soggetto imprescindibile per l’evangelizzazione.
3. Sulla realtà della famiglia, il Papa ha chiamato a riflettere il Sinodo dei Vescovi. «Già il convenire in unum attorno al Vescovo di Roma è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di discernimento spirituale e pastorale» (Francesco, Discorso in occasione della Veglia di preghiera in preparazione al Sinodo Straordinario sulla famiglia, 4 ottobre 2014). Nell’arco di due anni si sono svolte l’Assemblea Generale Straordinaria (2014) e l’Assemblea Generale Ordinaria (2015), che hanno assunto il compito di ascolto dei segni di Dio e della storia degli uomini, nella fedeltà al Vangelo. Il frutto del primo appuntamento sinodale, al quale il Popolo di Dio ha dato il suo importante contributo, è confluito nella Relatio Synodi. Il nostro dialogo e la nostra riflessione sono stati ispirati da un triplice atteggiamento. L’ascolto della realtà della famiglia oggi, nella prospettiva della fede, con la complessità delle sue luci e delle sue ombre. Lo sguardo sul Cristo, per ripensare con rinnovata freschezza ed entusiasmo la rivelazione, trasmessa nella fede della Chiesa. Il confronto nello Spirito Santo, per discernere le vie con cui rinnovare la Chiesa e la società nel loro impegno per la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia. La famiglia, oltre che sollecitata a rispondere alle problematiche odierne, è soprattutto chiamata da Dio a prendere sempre nuova coscienza della propria identità missionaria. L’Assemblea sinodale è stata arricchita dalla presenza di coppie e di famiglie all’interno di un dibattito che le riguarda direttamente. Conservando il prezioso frutto dell’Assemblea precedente, dedicato alle sfide sulla famiglia, abbiamo rivolto lo sguardo alla sua vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo contemporaneo.