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LA FAMIGLIA COME RISORSA DELLA SOCIETA’.

Fare famiglia per la generazione di mezzo.

 

ABSTRACT dell’intervento di Francesco Belletti,

Direttore del Cisf (Centro Internazionale Studi Famiglia),

Presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari – Italia

 

Milano, 30 maggio 2012

 

Si presenta una ricerca su un campione (3.527 intervistati) di soggetti compresi tra i 30 e i 55 anni con una relazione di coppia (coabitante o meno con il partner); in particolare viene analizzato il modo in cui le condizioni sociali e familiari, e alcuni comportamenti si relazionano ad alcune qualità dell’esperienza familiare: le relazioni di coppia e tra genitori e figli, le relazioni famiglia-lavoro, il capitale sociale interno ed esterno  della famiglia.

 

Dai dati emerge che le strutture familiari considerate presentano un mix di forme tradizionali e di condizioni nuove ancora molto incerto, (permane la cosiddetta famiglia tradizionale, ma si affacciano sulla scena nuove condizioni di vita in cui molti adulti oggi vivono la propria esperienza familiare.

 

Emerge inoltre una religiosità “leggera”, senza un impegno forte, e si manifesta invece un’area consistente di piena estraneità alla dimensione religiosa; oltre due terzi del campione presentano un indice di religiosità basso o medio, mentre le scelte estreme sono meno numerose, e nel complesso abbastanza simili: hanno un indice di religiosità nullo il 17,2% degli intervistati, mentre l’indice è alto per il 14,3% dei casi.

 

Nel complesso la generazione di mezzo considerata in questa indagine, i nati tra il 1955 e il 1980 aventi una relazione di coppia, evidenzia al proprio interno significative distinzioni, ma sembra convergere verso la valorizzazione di un equilibrio che è rifiuto degli estremismi (i meno scelti, un po’ su tutte le variabili), forse collegato anche alla fase di vita che gli intervistati si trovano ad attuare, che sull’equilibrio deve costruire il proprio ruolo e percorso di vita, carico come è di un passato ormai consistente, di una condizione presente che esige stabilità e continuità (pur nell’incertezza dei tempi), e di un futuro tutto ancora da costruire, per sé e per i propri figli.

Queste famiglie sono state pesantemente investite dalla società post-moderna, e in particolare hanno dovuto fare i conti con una cultura che ha relegato la famiglia nella sfera dell’etica e dei comportamenti privati, e spogliata dunque di qualsiasi rilevanza pubblica, di qualsiasi possibilità di esercitare o anche solo reclamare diritti di cittadinanza e di partecipazione in quanto soggetto sociale.

Si tratta oggi di recuperare quel nesso ineludibile tra società e famiglia, riconoscendo la famiglia come cellula fondante e fondamentale della società, nella sua capacità di generare beni relazionali.  che deriva un compito ben preciso per la società: essere a servizio della famiglia, per promuoverla e rafforzarla, mediante il principio di sussidiarietà. Ma la relazione tra famiglia e politica sociale potrà essere radicalmente modificata a favore delle famiglie solo quando le famiglie stesse sapranno acquisire una chiara consapevolezza del proprio ruolo sociale, della propria responsabilità pubblica, della propria soggettività autonoma di fronte all’agire degli altri sottosistemi (politico, amministrativo, economico). Occorre cioè, in altre parole, maggiore consapevolezza e maggiore pratica dell’“agire sociale” della famiglia, maggiore esercizio di cittadinanza attiva. Ed è questo il mandato che il Forum delle associazioni familiari ha assunto fin dalla sua origine, nel 1993, fondando la sua azione sui valori e sugli obiettivi esplicitati dalla Carta dei Diritti della Famiglia (promossa dalla Santa Sede nel 1983 e inserita integralmente nel Patto associativo fondativo del Forum).


 
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