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31 maggio - III_a_card Angelo Bagnasco_Lectio divina

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Incontro Mondiale delle Famiglie

Milano, 31 maggio 2012

 

LECTIO   DIVINA

(Mt 6,25-34)

 

 

Carissimi Fratelli e Sorelle

 

1.       È motivo di gioia partecipare all’Incontro Mondiale delle Famiglie: ed è una grazia poter insieme professare l’unica fede, lodare e pregare il Signore Gesù, incontrare il Santo Padre Benedetto XVI che ci confermerà con la sua presenza e la sua parola. Giunte da tutte le parti della Terra, le famiglie saranno in questi giorni una profezia per il mondo. Diranno con la forza della  testimonianza la gioia della vocazione al matrimonio e alla famiglia, diranno sui tetti che la famiglia è il motore della vita, che è  cuore pulsante e patrimonio dell’umanità. Sì, è patrimonio ineguagliabile, l’unico che ci consente di proiettarci nel futuro in quanto permette di tenere insieme le differenze dell’umano, quelle relative ai sessi e quelle relative all’età: è il grembo insostituibile in cui spunta la vita, si afferma l’identità e la maturità delle persone, la loro progressiva apertura alla vita sociale; è la prima scuola di fede. Per questo, se la società distrae l’attenzione dalla famiglia, va anche contro se stessa perché indebolisce la coesione, la serenità e il suo futuro. Ma non si tratta solamente di sostenere l’istituto famigliare, urge anche ricuperare la “cultura della famiglia”, vale a dire un modo di pensare comune, dove la bellezza e la dignità della famiglia naturale siano percepiti come il nucleo generatore dell’umano e del vivere insieme. Per questo è unica e  ineguagliabile. E’ necessaria una cultura che guardi con particolare stima alla famiglia fondata sul matrimonio; che la sostenga in ogni modo riconoscendola come la propria matrice più profonda e vitale. Essa ha le sue radici nel cuore stesso di Dio Uno e Trino. Gesù  ha rivelato al mondo che Dio è uno e unico, ma non è solitudine: è comunione, Amore-Padre, Amore-Figlio, Amore-Spirito Santo. L’uomo porta in sé questa impronta, il segno della sua Origine. Per questo è relazione e comunione, e la famiglia è la prima, fondamentale forma di vita sociale.  

 

2.        Il brano evangelico, appena ascoltato, getta una luce sulla “sequela Christi”. Molti sono i doveri  che la vita della famiglia  comporta e ai quali deve rispondere: il pane quotidiano, l'educazione dei figli, il lavoro, gioie e prove. E' richiesto impegno e fatica, e si registrano successi e delusioni. La fede non ci esime dalle responsabilità e dai pesi dell’esistenza, ma ci richiama ad alcune verità.

          Innanzitutto, Gesù ci ricorda che non siamo mai soli: Egli ci parla del Padre. Il Signore non intende provvedere agli uomini come fa con gli uccelli del cielo e con i gigli del campo, ma assicura ad ogni uomo di stargli a fianco, di camminare con lui, di sostenerlo con il suo amore. E questo cambia l’orizzonte delle cose.

          In secondo luogo, siamo sollecitati ad impegnarci con serietà ma senza dimenticare che esistono dei limiti che nessuna fatica può superare, obiettivi che sono fuori della portata umana. Perdere il senso del limite ha portato il mondo su strade sbagliate e dannose: il progresso, la libertà, la competizione, il consumo…senza misura, prima o dopo si ritorcono contro l’uomo. In quel “non si può allungare la vita” , di cui parla il Vangelo, è riassunta la saggezza e  l’intelligenza delle cose.

          Ma il testo riporta anche una parola che sembra una sentenza: “A ciascun giorno la sua pena”. Non viene raccomandato il vivere alla giornata come stile di vita senza una opportuna previdenza, senza programmare le cose per quanto possibile. Si tratta piuttosto di non affidare la nostra vita alla programmazione anziché a Dio. Se è giusto e doveroso cercare di prevedere e di provvedere, è altrettanto necessaria la fiducia nel Signore. Non tutto può essere catalogato nei nostri schemi e nei nostri tempi: dobbiamo essere pronti al domani, ma sapendo che esso è nelle mani del Padre.

          Infine, Gesù invita a cercare “anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia”. Se molti sono i beni a cui dobbiamo pensare, non tutti hanno il medesimo valore: e il Signore ci chiede di avere sguardo e cuore anzitutto per Lui. Egli ci ama ed è con noi, il suo amore vuole raggiungere ogni uomo, dilatarsi su tutta la terra. Quando l’anima è raccolta in Lui - il Regno di Dio - allora può affrontare ogni responsabilità terrena: la luce e la forza di Dio, la speranza affidabile che è Cristo, saranno con lei. E allora tutto diventa possibile e si riempie di eterno.

 

 

                                                                                             Angelo Card. Bagnasco

                                                                                             Arcivescovo di Genova

                                                                          Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

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