Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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LETTERA PASTORALE IL CAMPO E' IL MODO 2013-2014 - 1. Preziose conferme

 1 PREZIOSE CONFERME

 

a) Vita ecclesiale e vita civile

 

L'anno scorso il nostro cammino ha preso le mosse dall'avvenimento straordinario della visita di Benedetto XVI a Milano, in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. La gioia e il conforto sperimentati in quell'evento, così significativo per la Chiesa e l'intera società civile, non erano sentimenti effimeri, ma una conferma dell'attualità della tradizione ambrosiana.
Un altro importante segnale della vitalità della nostra città ci è venuto dall"'anno costantiniano" tuttora in atto. La ricchezza di iniziative di carattere culturale, storico, artistico e teologicofilosofico ci ha dato la possibilità di approfondire sia il tema del rapporto tra le diverse fedi,
legato alla natura interreligiosa ed intercultura le della nuova Milano, sia quello della libertà religiosa che oggi esige di essere ripensata soprattutto a partire dalla natura plurale della nuova metropoli.
Questi due straord ina ri avvenimenti aiutano a vedere la profonda unità, nella necessaria distinzione, tra la dimensione civile e quella che, con un termine forse un po' logoro, viene chiamata l'azione pastorale della Chiesa. Ne è riprova la partecipazione di tutti gli attori civili e religiosi alla visita del Patria rca Bartoiomeo, confortata anche dal notevole afflusso di popolo alle celebrazioni liturg iche in Santa Maria in Podone e in Sant'Ambrogio.
In un certo senso le luci che, spinti dall'insaziabile curiosità oltre le "colonne d'Ercole" (cf. Inferno XXV!), gli uomini accendono per indagare tutta l'ampiezza del l'umana esperienza, hanno ricevuto dalla luce della fede (Lumen fidei) maggior intensità.
Quanto alla vita diocesana, la Lettera pastorale "Alla scoperta del Dio vicino" ci ha richiamati con forza ai pilastri portanti di ogni comunità cristiana seguendo l'indicazione sempre attuale degli Atti degli Apostoli: «Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere ... Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (At 2,42-47b). Rispetto ad alcuni ambiti specifici - il rito ambrosiano, l'iniziazione cristiana, le comunità pastorali e la prima destinazione
dei presbiteri - il cammino compiuto ci ha permesso di passare dallo stadio di cantieri aperti all'individuazione di linee comuni, ovviamente
sempre riformabili, per un'azione ecclesiale veramente in grado di attuare quella pluri-formità nell'unità che è la legge della comunione.

 

b) Benedetto e Francesco

 

Lungo l'Anno della fede lo Spi rito del Risorto ha sorpreso e accompagnato la Chiesa e l'umanità tutta con avvenimenti davvero eccezionali. Il pensiero va subito alla rinuncia al ministero petrina di Benedetto XVI. Un gesto umile di profonda fede. Proprio nel momento del congedo, è apparso con chiarezza cristallina davanti agli occhi di tutti il senso del suo instancabile impegno per il bene della Chiesa e del mondo.

Alla sorpresa della rinuncia di Benedetto è seguita la grazia dell'elezione di Papa Francesco.
Lo Spirito del Risorto ha voluto, attraverso i gesti e le parole del nuovo pontefice, toccare in modo singolare il cuore non solo dei cristiani, ma di tutti gli uomini. L'immediatezza dello stile di Papa Francesco, che alla GMG di Rio ha contagiato di entusiasmo e di speranza una moltitudine di giovani, si accompagna al suo richiamo al la Luce della fede nella quale «si apre a noi lo sguardo del
futuro» (Lumen fidei 4).
Tale sguardo, sempre attento a tutte le manifestazioni dell'umano, si posa incuriosito e partecipe sul lo straordinario avvenimento dell'Expo 2015. Esso può, sottolineo può, rappresentare una occasione perché la Milano del futuro trovi la sua anima. Fin da ora, tanto il tema "Nutrire il pianeta. Energia per la vitali - che ci invita a considerare il creato come dimora di cui avere cura e come risorsa da utilizzare con equilibrio - , quanto la presenza del la grande maggioranza dei Paesi del mondo con l'arrivo di milioni di visitatori, costituiscono una salutare pro-vocazione. Pongono tutte le componenti della società di fronte (pro) ad un invito (vocazione) che non può essere disertato da nessuno.

c) II cattolicesimo popolare ambrosiano

 

La situazione sociale, politica, religiosa dell'Europa mostra tutte le rughe del volto di una madre che per secoli ha portato, a volte con arroganza, il peso della crescente complessità della storia. I cristiani stessi ne condividono la responsabilità. Questa fatica tocca anche la Chiesa ambrosiana? La domanda non è retorica, perché non mancano segni concreti che potrebbero illuderci di esserne risparmiati. Penso, ad esempio, all'oratorio estivo che quest'anno ha coinvolto almeno 300mila ragazzi e 50mila giovani animatori. Imponente è pure l'azione di solidarietà verso gli ultimi che, con la crisi, si è fatta più capil lare, anche identificando nuove strade con la seconda fase del "Fondo Famiglia e Lavoro". E come scordare l'interminabile afflusso di popolo per rendere omaggio alla salma del compianto cardinal Carlo Maria Martini?
Indubbiamente la nostra Chiesa può, per molti aspetti, contare ancora su una realtà popolare viva che ha profonde radici cristiane. Pertanto, all'interno della fatica in atto nel vecchio continente, la nostra realtà diocesana presenta delle peculiarità che non vanno trascurate, ma debitamente valorizzate e potenziate. Eppure, occorre ammetterlo con franchezza, anche tra i cristiani ambrosiani esiste il rischio di una sorta di "ateismo anonimo': cioè di vivere di fatto come se Dio non ci fosse: «La nostra cultura - insegna il Papa - ha perso la percezione di questa presenza concreta di Dio, della sua azione nel mondo. Pensiamo che Dio si trovi solo al di là, in un altro livello
di realtà, separato dai nostri rapporti concreti» (Lumen fidei 17).
Uno dei segni più evidenti di questa fat ica è la condizione delle "generazioni intermedie': di coloro cioè che, terminato il tempo dello studio, si immettono nel mondo del lavoro, costruendo legami affettivi, formandosi in genere una famiglia, desiderosi di una propria autonoma collocazione nella società. Sono proprio queste generazioni, tra i 25 e i 50 anni, ad essere particolarmente travagliate. Spesso l'annuncio del Vangelo e la vita delle nostre comunità appare loro astratto, lontano dal quotidiano. E per questo Dio sembra non interessare più. 

Il cattolicesimo di popolo, ancora vitale sul nostro territorio, è chiamato a rinnovarsi. Il suo carattere popolare resta una condizione privilegiata per offrire la luce della fede ad ogni uomo. Nella vita del popolo ognuno, in qualunque situazione si trovi, può essere accolto e riconoscersi come parte singolare di una realtà più grande. E questo vale soprattutto per il popolo di Dio. Tuttavia anche il cattolicesimo popolare ambrosiano deve compiere tutto il tragitto che porta dalla convenzione alla convinzione, curando soprattutto la trasmissione
del vitale patrimonio cristiano alle nuove generazioni.

 

 

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