Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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LETTERA PASTORALE IL CAMPO E' IL MODO 2013-2014 - Il - buon seme - del Vangelo (Mt 13,38)

 2 IL "BUON SEME" DEL VANGELO (Mt 13,38)

 


Di fronte alla separazione della fede dalla vita, presente in molti battezzati (che sono la stragrande maggioranza degli abitanti della Diocesi), lo Spirito del Risorto non cessa di sorprenderei, facendo vibrare al cuore delle domande su di noi e su l nostro futuro la risposta del Vangelo, una proposta di vita buona per ogni persona.

 

a) La commozione di Gesù

 

Gesù è venuto per il bene degli uomini. Egli amava parlare alle folle. Per questo utilizzava brevi racconti ricavando dalla natu ra o dalla vita quotidiana i suoi insegnamenti: le parabole (parabola: metto a confronto).
Leggiamo insieme una bella parabola dal Vangelo di Matteo.
Teniamo ben presente che l'evangelista, nei capitoli precedenti, ci ha dato molte informazioni su l rifiuto che Gesù deve subire da molti della sua generazione: coloro che non hanno creduto a Giovanni il Battista non credono nemmeno a Lui (cf. Mt 11,16-19), le città della Galilea lo respingono (cf. Mt 11,20-24), i farisei lo criticano pesantemente e si accende la polemica (cf. Mt 11,20-24) ... Eppure, neanche un rifiuto così ostinato impedisce a Gesù di commuoversi di fronte alle folle, ai piccoli, a coloro che lo seguono (cf. Mt 11, 25 e 28; 12,49).

 

b) Il buon seme e la zizzania

 

Con quest'animo Gesù racconta la parabola del grano e della zizzania privilegiando le folle che lo ascoltano rispetto agli oppositori che polemizzano con Lui.


24Espose loro un'altra parabola, dicendo: «II regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della  zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: /lSignore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?': 28Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!/I. E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo
a raccoglierla?". 29"No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento del la mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio" » ( ... ) 36poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si  avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzan ia nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. 3811 campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41 11 Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti  splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!» (Mt 13,24-30 e 36-43).
L'insegnamento di Gesù è ricchissimo. Qui possiamo sottolinearne solo qualche elemento.

 

c) All'origine ce il buon seme

 

Il punto di partenza è chiaro, inequivocabile: «Un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo » (Mt 13,24). Prima di tutto c'è l'iniziativa buona di un Altro. Non possiamo mai dimenticare quest'origine buona che ci precede aprendoci la strada. Ad essa occorre riferirsi senza stancarsi. " mondo è il "campo di Dio'; il luogo in cui Dio si manifesta gratuitamente agli uomini. Occorre, come ha ricordato Papa Francesco, nella Basilica di Nostra Signora di Aparecida lo scorso 24 luglio, «lasciarsi sorprendere da Dio». Per questo il "mondo" ha una dimensione irriducibilmente positiva: è il frutto della grazia del suo amore. Nemmeno la pur grave ferita del peccato, il cui peso è davanti agli occhi di tutti e non va sottovalutato, riesce ad intaccare in maniera irreversibile tale bontà.

Inoltre, la bontà del"campo" si vede dal fatto che la zizzania non è in grado di bloccare la crescita del buon seme. L'amore di Dio ci precede sempre e non può essere vinto da nessun male!


d) La libertà è decisiva

 

«Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo» (Mt 13,37), cioè Gesù. Egli ama la nostra libertà e la pro-voca chiamandola a decidersi per Lui. Di fronte a Lui nessuno può evitare una scelta - aprirsi o chiudersi - , rive lando così la propria giustizia o la propria iniquità. Ma attenzione, questa mescolanza di apertura e chiusura è presente nel cuore di ciascuno di noi: grano e zizzania crescono insieme! In ogni uomo e in ogni situazione bene e male sono mischiati: occorre sempre vigilare. Il buon seme donato gratuitamente da Gesù a ciascuno di noi domanda il coinvolgimento esplicito della nostra libertà per diventare grano. Il Signore, infatti, attrae e non sottomette, esalta la libertà e la coinvolge per farla maturare. Egli non semina con inganno, come il nemico, mentre tutti dormono (cf. Mt 13,25).


e) II fattore tempo


La risposta personale della libertà che permette al buon seme di diventare grano maturo ha bisogno di tempo. Il tempo della vita di ogni uomo trascorre dalla semina alla mietitura: nel corso della loro esistenza gli uomini possono diventare «figli del Regno» o «figli del Maligno» (Mt 13,38). E tuttavia il tempo è del Signore del campo, non nostro. In questo senso il giudizio sulla libertà degli uomini non tocca a noi, ma al Padre che guida la storia del mondo fino all'avvento definitivo del suo Regno. Questo non significa che noi non siamo in grado di distinguere il grano dalla zizzania. Lo siamo, ma non tocca a noi giudicare in modo definitivo, condannare senza appello, perché il cammino della vita si compie solo alla fine e la libertà può sempre ravvedersi. La misericordia di Dio è paziente e non smette mai di sollecitare la risposta dell'uomo.


f) Con lo sguardo di Gesù


La ricca spiegazione della parabola che Gesù dà ai discepoli riserva anche un altro insegnamento di grande portata. Egli dona loro uno sguardo nuovo sul mondo. I discepoli, infatti, non vedono ancora il mondo come lo vede Gesù e, per questa ragione, sono tentati di estirpare subito la zizzania. Sorprende il fatto che mentre Gesù ha messo l'accento sul buon seme, i discepoli fissano lo sguardo sulla zizzania: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo» (Mt 13,36). Come se all'origine si trovasse la zizzania! Quante volte anche il nostro sguardo dà per scontato il campo, il buon seme e il seminatore, fissandosi subito ed esclusivamente sulla zizzania! E così, dimentichi del bene che è all'origine, ci inoltriamo sui sentieri della condanna, del lamento e del risentimento. 

 

g) Senza impazienza

 

Gesù, invece, ci ch iede di non avere una visione ridotta, miope del mondo. Il mondo è, anzitutto, il luogo della buona semente gettata da Dio stesso perché maturi in buon grano. Così siamo richiamati ad avere uno sguardo paziente. Non ingenuo, non irenico, tanto meno connivente con il male; ma paziente della stessa pazienza misericordiosa di Dio. Una pazienza capace di diventare, come per Gesù, commozione. È impressionante constatare quante volte nel Vangelo viene registrato il fatto che i peccatori non si allontanano, ma si avvicinano a Gesù! La commozione del Signore esprime la sua acuta e dolorosa consapevolezza del male provocato dalla zizzania. Egli, mentre lo prende su di sé, lo circonda da ogni parte con il suo amore infinito, così che ogni uomo e ogni donna possa scoprire e domandare la dolcezza del Suo perdono.
Con questa parabola, Gesù corregge amorevolmente i suoi, segnati dalla impazienza e dallo scoraggiamento di fronte alla confusione talora regnante. Essi possono affidare la loro vita e la loro azione al Signore del campo. Non devono quindi aspettarsi il frutto dalle loro forze. Con gli occhi fissi su Gesù devono stare nel mondo solidali con tutti i fratelli uomini.

 

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