Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

Piazza Esquilino, 1 - 20148 Milano - tel 02.4076944 - 02.48701046

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SETTIMANALE 27 2018

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PARROCCHIA

B.V. ADDOLORATA IN SAN SIRO

Via Simone Stratico, 11 - Milano

Tel 024076944 - 0248701046 fax 0240090576

e-mail  addoloratainsansiro@chiesadimilano.it

 

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo di questa domenica (cfr Mc 5,21-43) presenta due prodigi operati da Gesù, descrivendoli quasi come una sorta di marcia trionfale verso la vita.

Dapprima l’Evangelista narra di un certo Giairo, uno dei capi della sinagoga, che viene da Gesù e lo supplica di andare a casa sua perché la figlia di dodici anni sta morendo. Gesù accetta e va con lui; ma, lungo la strada, giunge la notizia che la ragazza è morta. Possiamo immaginare la reazione di quel papà. Gesù però gli dice: «Non temere, soltanto abbi fede!» (v. 36). Arrivati a casa di Giairo, Gesù fa uscire la gente che piangeva - c’erano anche le donne prefiche che urlavano forte - ed entra nella stanza solo coi genitori e i tre discepoli, e rivolgendosi alla defunta dice: «Fanciulla, io ti dico: alzati!» (v. 41). E subito la ragazza si alza, come svegliandosi da un sonno profondo (cfr v. 42).

Dentro il racconto di questo miracolo, Marco ne inserisce un altro: la guarigione di una donna che soffriva di emorragie e viene sanata appena tocca il mantello di Gesù (cfr v. 27). Qui colpisce il fatto che la fede di questa donna attira – a me viene voglia di dire “ruba” – la potenza salvifica divina che c’è in Cristo, il quale, sentendo che una forza «era uscita da lui», cerca di capire chi sia stato. E quando la donna, con tanta vergogna, si fa avanti e confessa tutto, Lui le dice: «Figlia, la tua fede ti ha salvata» (v. 34).

Si tratta di due racconti ad incastro, con un unico centro: la fede; e mostrano Gesù come sorgente di vita, come Colui che ridona la vita a chi si fida pienamente di Lui. I due protagonisti, cioè il padre della fanciulla e la donna malata, non sono discepoli di Gesù eppure vengono esauditi per la loro fede. Hanno fede in quell’uomo. Da questo comprendiamo che sulla strada del Signore sono ammessi tutti: nessuno deve sentirsi un intruso, un abusivo o un non avente diritto. Per avere accesso al suo cuore, al cuore di Gesù, c’è un solo requisito: sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui. Io vi domando: ognuno di voi si sente bisognoso di guarigione? Di qualche cosa, di qualche peccato, di qualche problema? E, se sente questo, ha fede in Gesù? Sono i due requisiti per essere guariti, per avere accesso al suo cuore: sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui. Gesù va a scoprire queste persone tra la folla e le toglie dall’anonimato, le libera dalla paura di vivere e di osare. Lo fa con uno sguardo e con una parola che li rimette in cammino dopo tante sofferenze e umiliazioni. Anche noi siamo chiamati a imparare e a imitare queste parole che liberano e questi sguardi che restituiscono, a chi ne è privo, la voglia di vivere.

In questa pagina evangelica si intrecciano i temi della fede e della vita nuova che Gesù è venuto ad offrire a tutti. Entrato nella casa dove giace morta la fanciulla, Egli caccia fuori quelli che si agitano e fanno lamento (cfr v. 40) e dice: «La bambina non è morta, dorme» (v. 39). Gesù è il Signore, e davanti a Lui la morte fisica è come un sonno: non c’è motivo di disperarsi. Un’altra è la morte di cui avere paura: quella del cuore indurito dal male! Di quella sì, dobbiamo avere paura! Quando noi sentiamo di avere il cuore indurito, il cuore che si indurisce e, mi permetto la parola, il cuore mummificato, dobbiamo avere paura di questo. Questa è la morte del cuore. Ma anche il peccato, anche il cuore mummificato, per Gesù non è mai l’ultima parola, perché Lui ci ha portato l’infinita misericordia del Padre. E anche se siamo caduti in basso, la sua voce tenera e forte ci raggiunge: «Io ti dico: alzati!». E’ bello sentire quella parola di Gesù rivolta a ognuno di noi: “Io ti dico: alzati! Vai. Alzati, coraggio, alzati!”. E Gesù ridà la vita alla fanciulla e ridà la vita alla donna guarita: vita e fede ad ambedue.

Chiediamo alla Vergine Maria di accompagnare il nostro cammino di fede e di amore concreto, specialmente verso chi è nel bisogno. E invochiamo la sua materna intercessione per i nostri fratelli che soffrono nel corpo e nello spirito.


Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle,

rinnovando la mia preghiera per l’amato popolo del Nicaragua, desidero unirmi agli sforzi che stanno compiendo i Vescovi del Paese e tante persone di buona volontà, nel loro ruolo di mediazione e di testimonianza per il processo di dialogo nazionale in corso sulla strada della democrazia.

Rimane grave la situazione in Siria, in particolare nella provincia di Daraa, dove le azioni militari di questi ultimi giorni hanno colpito anche scuole e ospedali, e hanno provocato migliaia di nuovi profughi. Rinnovo, insieme con la preghiera, il mio appello perché alla popolazione, già duramente provata da anni, siano risparmiate ulteriori sofferenze.

In mezzo a tanti conflitti, è doveroso segnalare una iniziativa che si può definire storica - e si può dire anche che è una buona notizia: in questi giorni, dopo vent’anni, i governi di Etiopia ed Eritrea sono tornati a parlare insieme di pace. Possa tale incontro accendere una luce di speranza per questi due Paesi del Corno d’Africa e per l’intero continente africano.

Assicuro la mia preghiera anche per i giovani dispersi da oltre una settimana in una grotta sotterranea in Thailandia.

Sabato prossimo mi recherò a Bari, insieme a molti Capi di Chiese e Comunità cristiane del Medio Oriente. Vivremo una giornata di preghiera e riflessione sulla sempre drammatica situazione di quella regione, dove tanti nostri fratelli e sorelle nella fede continuano a soffrire, e imploreremo a una voce sola: “Su di te sia pace!” (Sal 122,8). Chiedo a tutti di accompagnare con la preghiera questo pellegrinaggio di pace e di unità.

Rivolgo il mio saluto a tutti voi, romani e pellegrini. Saluto in particolare i fedeli venuti dal Portogallo e i sacerdoti dell’Istituto Sacerdos dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum; come pure le Suore Francescane della Penitenza e Carità Cristiana dalla Polonia, e i fedeli dell’Iraq.

Saluto i gruppi parrocchiali e le associazioni; le Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, il gruppo dei giovanissimi dell’Unità pastorale di Gallio, diocesi di Padova, i giovani cresimandi della parrocchia Maria Himmelfahrt in Schattdorf e la famiglia spirituale del Preziosissimo Sangue di Cristo, al quale è in modo speciale dedicato il mese di luglio.

A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

 

 
 

 


© Copyright - Libreria Editrice Vaticana

 

 


 

 

LETTURA

Gdc 2, 6-17

I giudici in Israele.

Lettura del libro dei Giudici.

 

In quei giorni. 6Quando Giosuè ebbe congedato il popolo, gli Israeliti se ne andarono, ciascuno nella sua eredità, a prendere in possesso la terra. 7Il popolo servì il Signore durante tutta la vita di Giosuè e degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che avevano visto tutte le grandi opere che il Signore aveva fatto in favore ’Israele. 8Poi Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni 9e fu sepolto nel territorio della sua eredità, a Timnat-Cheres, sulle montagne di Èfraim, a settentrione del monte Gaas. 10Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; dopo di essa ne sorse un’altra, che non aveva conosciuto il Signore, né l’opera che aveva compiuto in favore d’Israele. 11Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal; 12abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, e seguirono altri dèi tra quelli dei popoli circostanti: si prostrarono davanti a loro e provocarono il Signore, 13abbandonarono il Signore e servirono Baal e le Astarti. 14Allora si accese l’ira del Signore contro Israele e li mise in mano a predatori che li depredarono; li vendette ai nemici che stavano loro intorno, ed essi non potevano più tener testa ai nemici. 15In tutte le loro spedizioni la mano del Signore era per il male, contro di loro, come il Signore aveva detto, come il Signore aveva loro giurato: furono ridotti all’estremo. 16Allora il Signore fece sorgere dei giudici, che li salvavano dalle mani di quelli che li depredavano. 17Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via seguita dai loro padri, i quali avevano obbedito ai comandi del Signore: essi non fecero così.

 

SALMO

Sal 105 (106)

Ricòrdati, Signore, del tuo popolo e perdona.

 

I figli d’Israele 35si mescolarono con le genti

e impararono ad agire come loro.

36Servirono i loro idoli

e questi furono per loro un tranello. R.


39Si contaminarono con le loro opere,

si prostituirono con le loro azioni.

40L’ira del Signore si accese contro il suo popolo

ed egli ebbe in orrore la sua eredità. R.


43Molte volte li aveva liberati,

eppure si ostinarono nei loro progetti

e furono abbattuti per le loro colpe;

44ma egli vide la loro angustia,

quando udì il loro grido. R.

 

 

EPISTOLA

1Ts 2, 1-2. 4-12

L’annunciatore del Vangelo nella Chiesa.

Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi.

 

1Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. 2Ma, dopo avere sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. 4Come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. 5Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone. 6E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, 7pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. 8Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.

9Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. 10Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. 11Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, 12vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.

 

VANGELO

Mc 10, 35-45

Il primo tra voi sarà schiavo di tutti.

Lettura del Vangelo secondo Marco.

 

In quel tempo. 35Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


 

 

TEMPO DOPO PENTECOSTE  –        II settimana del salterio

 

DOMENICA

8 LUGLIO

VIIA DOPO PENTECOSTE

8.30    SUORE DEFUNTE DELL’ORDINE                                             COMPASSIONISTE SERVE DI MARIA

11.15  PRO POPULO

18.00     

LUNEDI 9

FERIA

8.10    Celebrazione delle Lodi

8,30    PIERA

18.00  FAM AMIGHETTI

MARTEDI 10

FERIA

8.10    Celebrazione delle Lodi

8.30    AUGUSTO E CRISTINA (MIOLO)

18.00  ANGELO ROCCO GIUSEPPINA

MERCOLEDI 11

S. BENEDETTO ABATE

8.10    Celebrazione delle Lodi

8.30    MARIA ROSARIA

18.00  FAM KLUZER E DE CRISTOFARO

GIOVEDI 12

SS. NABORE E FELICE

8.10    Celebrazione delle Lodi

8.30       

18.00      

VENERDI 13

S. MARIA GORETTI

8.10    Celebrazione delle Lodi

8.30      

18.00     

SABATO 14

SABATO

8.10    Celebrazione delle Lodi

8.30    PERPETUO SUFFRAGIO

18.00  CARMELA

DOMENICA

15 LUGLIO

VIIA DOPO PENTECOSTE

8.30    CONFRATELLI E CONSORELLE DEFUNTI                               DELL’ORDINE COMPASSIONISTE SERVE DI MARIA

11.15  PRO POPULO

18.00  GIANCARLO  E FAM CONFALONIERI

 

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