Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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Festa Addolorata Veglia 2011 - 4 Accogliere Senza pregiudizi

4. Accogliere Senza pregiudizi

 

Commento:

 

L’accoglienza è libera perché non giudica colui che ha bisogno di aiuto. Chi ama accetta l’altro nella totale gratuità senza esigere condizioni: è la storia del seminatore che “non giudica la terra” ma dona con abbondanza, certo che il seme è destinato a tutti.

 

Dal Vangelo di Luca (8, 5-15)

 

Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!». I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano.

 

Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

 

Breve stacco musicale

 

Dice il card Tettamanzi: “Il dono è per tutti, non solo per noi. È per ogni famiglia, per ogni uomo e per ogni donna che si vogliono bene; per ogni mamma che ama e che soffre, per ogni figlio che nasce, per ogni papà che pensa a sua moglie, ai suoi figli e lavora per loro. L'amore di Dio è per ogni persona che è sola, per ogni fratello, per ogni straniero, per quelli che vengono in chiesa e per quelli che incontriamo sulle strade. [...] La Parola di Dio illumina l'amore e rende il matrimonio cristiano un segno di indistruttibile fedeltà. Ma è vicina anche a quelli che soffrono a motivo di relazioni d'amore difficili, a coloro che sono preoccupati per l'educazione dei figli, per le concrete condizioni di vita e di lavoro. La Parola di Dio cade dappertutto, in ogni situazione, nel cuore di ogni persona, penetra in chi è vicino e in chi è lontano; è un seme fecondo che ogni famiglia deve seminare intorno a sé per il mondo intero.

 

Breve stacco musicale

 

Da Bruno Maggioni: Le parabole evangeliche, Milano 1992,

 

Quando descrive il secondo tipo di terreno, Luca non parla di «tribolazione» e «persecuzione», ma di «prova». Per spiegare i cedimenti di molti cristiani, non è necessario riferirsi alla persecuzione o alla grande sofferenza (che sono fatti eccezionali); bastano le prove comuni, la monotonia della vita, il logorio del quotidiano. Forse Luca vive un'esperienza ancora più amara di Matteo e Marco: i credenti defezionano non soltanto di fronte alla persecuzione, ma anche di fronte ai problemi della vita di ogni giorno. Per spegnere gli entusiasmi, anche i più genuini, a volte basta il tempo che passa. Per descrivere poi il venir meno di questi cristiani, Luca utilizza un verbo che esprime il cedimento dovuto alla consunzione di un tarlo che giorno dopo giorno, senza mutamenti apparenti, svuota di ogni consistenza: «staccarsi», «sfaldarsi», «cedere». Le immagini suggerite da questo verbo esprimono efficacemente quanto la semplice vita quotidiana possa sfiancare e spegnere. Le ragioni che impediscono al seme di crescere nel terzo terreno, sono elencate da Luca in modo molto secco, ma incisivo: le preoccupazioni, il denaro, i piaceri della vita.

 

L'evangelista si dilunga, invece, nel descrivere il quarto terreno. La prima qualità che lo distingue è l'ascolto della Parola con «cuore nobile e buono». L'espressione tipicamente greca «bello e buono» allude a perfezione, armonia, a una persona ben costruita sotto tutti gli aspetti. Il seme della Parola non può attecchire e crescere in una persona sconnessa. Una seconda caratteristica del buon terreno è la capacità di «trattenere saldamente» la Parola ascoltata. Infatti, l'accoglienza della parola di Dio domanda tempo, vigilanza e concentrazione. Il terzo e ultimo tratto è la perseveranza. Il termine greco upomoné esprime però qualcosa di più della perseveranza: la capacità di sopportare, la solidità di chi non si lascia modificare dagli avvenimenti, la pazienza di attendere.

 

Canto

 

Preghiera (di Tonino Bello)

 

Santa Maria, vergine dell’attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Non ci mandare ad altri venditori. Riaccendi nelle nostre anime gli antichi fervori che ci bruciavano dentro, quando bastava un nonnulla per farci trasalire di gioia: l'arrivo di un amico lontano, il rosso di sera dopo un temporale, il crepitare del ceppo che d'inverno sorvegliava i rientri in casa, le campane a stormo nei giorni di festa, il sopraggiungere delle rondini in primavera, l'acre odore che si sprigionava dalla stretta dei frantoi, le cantilene autunnali che giungevano dai palmenti, l'incurvarsi tenero e misterioso del grembo materno, il profumo di spigo che irrompeva quando si preparava una culla.

 

Se oggi non sappiamo attendere più, è perché siamo a corto di speranza. Se ne sono disseccate le sorgenti. Soffriamo una profonda crisi di desiderio. E, ormai paghi dei mille surrogati che ci assediano, rischiamo di non aspettarci più nulla neppure da quelle promesse ultraterrene che sono state firmate col sangue dal Dio dell’alleanza.

 

Finita la preghiera parte la musica di sottofondo durante la quale tre ragazzi segno della vita nuova che cresce si avvicinano al vaso, con la terra ormai inumidita dall’acqua, vi mettono dei semi destinati a crescere per portare frutti di vita e generare speranza.

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