Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

Piazza Esquilino, 1 - 20148 Milano - tel 02.4076944 - 02.48701046

JEvents Calendar

Luglio 2024
D L M M G V S
30 1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31 1 2 3

Ricerca nel Sito

JEvents Filter

Login

Voce del Parroco Novembre 2011

Stampa

Una visita per rinsaldare i legami

 

Nel mese di novembre e dicembre, durante l’Avvento, come da antica tradizione, il sacerdote passa in tutte le nostre case per incontrarci, salutarci e se lo vogliamo, per pregare con noi invocando la benedizione del Signore sulla casa e sulla famiglia; anche quest’anno riceveremo questa visita: è un incontro “gratuito” senza nessuna pretesa. Vuol essere un gesto di amicizia per sottolineare che siamo una comunità di fratelli e per questo ci si saluta e ci si fanno gli auguri in occasione di una festa così importante come il Natale del Signore. Sappiamo che oggi non c’è più l’attesa di una volta. I sacerdoti erano aspettati dalla famiglia per quest’appuntamento annuale significativo. La fede nella nostra epoca ha un incidenza molto differenziata sulla vita di coloro che abitano le nostre case. Dice il Card Scola a proposito di questo: «Il sacerdote busserà ad ogni porta per portare la benedizione ma ovviamente, come già ci ricordava il nostro grande patrono Sant'Ambrogio riferendosi a Gesù, «non entrerà se tu non vorrai» (cf. Commento al Salmo 118). Quando dico "busserà ad ogni porta" ho in mente come è cambiata la nostra società in questi anni. Anche in Lombardia sono presenti uomini e donne di molte nazionalità diverse, appartenenti a diverse religioni. Inoltre non pochi sono coloro che si dichiarano agnostici, né mancano quanti si dicono atei. Anche le porte delle loro case sentiranno il tocco del sacerdote che accetterà con semplicità di cuore sia di essere accolto, sia di essere ignorato, sia di essere cortesemente invitato a non entrare, sia di essere respinto come non gradito. Egli saprà essere rispettoso delle fedi e delle convinzioni di ciascuno. Chi non volesse ricevere la benedizione con il segno del Crocifisso potrà scambiare una qualche parola. È così necessario oggi ascoltarsi e parlarsi, ed è così raro...! Il sacerdote e i suoi collaboratori avranno particolare cura di varcare, se desiderati, la soglia delle case segnate da ogni sorta di prova: dalla malattia, dalla morte, dalla solitudine, dal dolore morale, dalla povertà, dalla emarginazione... Visiteranno i luoghi collettivi in cui si concentrano quanti non hanno casa, e quelli in cui convengono coloro che non hanno di che soddisfare i bisogni primari del cibo, della salute, dell'igiene e dell'alloggio (mense, case d'accoglienza, ospedali, carceri.. .). Neppure ignoreranno i luoghi del lavoro quotidiano e, senza in nulla misconoscerne la natura laica, quelli in cui operano le istituzioni preposte al governo del Paese

 

È certamente faticoso passare in tutte le case (la nostra parrocchia ha circa 6.000 famiglie): come incontrarle tutte? Come far loro capire che esiste una comunità che si ritrova la domenica per celebrare l’eucaristia perché si sente un popolo amato dal Signore e per questo vuol impegnarsi ad amare a sua volta? La visita alle famiglie vuol essere un momento forte e simbolico della presenza della comunità nel quartiere. Pur nella fatica però è bello incontrare le persone, là dove vivono, per conoscere un po’ la loro vita. Entrando nelle case in questi anni ho avuto la possibilità di conoscere la vita della nostra gente, le loro difficoltà, le loro attese, le loro delusioni. Non tutti si aspettano la stessa cosa da questa visita. Quando il sacerdote bussa alla porta da alcuni è percepito come uno sconosciuto, per altri è il ministro del culto che viene a controllare se andiamo a messa, per altri è il “mago” che viene a scacciare con l’acqua santa le maledizioni sulla casa, per altri ancora è il rappresentante del Papa che sente lontano dalla sua vita, per altri infine è il rappresentante della Chiesa che passa di casa in casa per chiedere soldi.

 

Come mi piacerebbe sfatare tutte queste visioni che ritengo negative e che non corrispondono in nessuno modo alle intenzioni con le quali noi sacerdoti visiteremo le vostre famiglie. Far diventare quest'incontro qualcosa di più umano: ecco la mia speranza!

 

Possono essere tanti i motivi perché qui da noi, a Milano, si fa la visita alle famiglie nel periodo di Avvento e non nel periodo di Pasqua, come in tutto il resto d'Italia. Mi piace però pensare che il motivo sia quello legato alla incarnazione: come il Cristo a Natale è venuto ad incontraci nella nostra casa (il vangelo di Giovanni dice che Lui ha posto la nostra tenda tra noi) così il sacerdote viene ad incontraci la dove abitiamo: egli non è venuto per giudicarci ma per perdonarci, non è venuto per chiederci qualcosa ma per donarci se stesso, non è venuto per renderci forti ed invincibili ma per farsi debole come noi. È entrato nella nostra storia per farci alzare lo sguardo, ridarci l'ottimismo che vince la paura, rimettere in moto la gioia della vita. È questo che mi aspetto dalla visita alle famiglie. Ma perché la benedizione natalizia diventi così c'è bisogno della collaborazione di tutti i credenti i quali, una volta capiti i motivi di questa bella tradizione aiutano i loro "vicini", che magari si sentono "lontani" a leggere questo evento come momento di grazia.

 

Fin qui ho parlato di sacerdoti che vengono a trovarci in casa ma quest’anno, come voleva il vescovo già lo scorso anno, c’è una novità: non passeranno solo i sacerdoti ma anche le suore e alcuni incaricati della parrocchia (detti normalmente laici). Il motivo non è solo quello della mancanza dei preti (non dimentichiamoci che da quest’anno la nostra parrocchia non ha più don Roberto) ma è più profondo; ascoltiamo cosa diceva il Card Tettamanzi l’anno scorso a proposito di questo argomento: «Le comunità cristiane sono chiamate ad un impegno missionario aperto, capace di andare incontro alle persone là dove esse vivono, amano, soffrono. Una attività pastorale che rimane chiusa nelle mura della parrocchia, in attesa che le persone vengano e partecipino, è una attività oggi perdente, che non riesce più a dialogare con la gente nella concreta realtà della sua vita quotidiana. Nella tradizione della nostra Diocesi la visita alle famiglie in occasione del tempo natalizio è sempre stata un'esperienza significativa di conoscenza delle persone e dei loro ambienti di vita. Viene perciò riproposta con forza l'importanza della visita alle famiglie che in nessun modo va tralasciata o trascurata pur nella consapevolezza che comporta molto impegno e fatica. E' una esperienza missionaria di grande significato, attraverso la quale la parrocchia si fa concretamente presente alla vita della gente. Da essa nasce spesso una bella rete di relazioni e la parrocchia appare meno lontana.

 

La proposta concreta è di svolgere la visita alle famiglie in modo più disteso e con il necessario coinvolgimento, oltre che dei presbiteri, anche dei diaconi, delle persone consacrate e dei laici. In particolare il coinvolgimento dei laici va compreso nel suo autentico significato: non è una semplice funzione di supplenza dei sacerdoti ma il farsi presente presso le famiglie della comunità cristiana in tutte le sue articolazioni; è attestare anche attraverso questo segno che i laici sono veramente protagonisti dell'impegno missionario della Chiesa.»

 

Venendo nelle nostre case essi ci aiuteranno anche a capire l’evento previsto per fine maggio ed inizio giugno: il Convegno mondiale delle famiglie il “Family Day 2012” (si veda in questo giornale le pagine 5 e 6). Questo evento va preparato già con la catechesi sulla famiglia che in parrocchia sono appena cominciate e che in questo mese si faranno nei giorni di mercoledì 23 e 30 novembre (si veda all’ultima pagina il calendario).

 

Don Donato

Copyright © 2024 Parrocchia Beata vergine Addolorata in San Siro - MILANO. Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.