Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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LA VOCE DEL PARROCO SETTEMBRE 2011

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Questa volta, si ricomincia … in modo diverso

 

Era il  lunedì dopo pentecoste del 2003, due sacerdoti che non si erano mai visti si incontravano per la prima volta in piazza Esquilino ed entravano in chiesa insieme per vedere quella che avrebbe dovuto essere il luogo dove la loro nuova comunità celebrava l’eucaristia domenicale. L’allora Vicario Generale ed attuale vescovo di Pavia, Mons Giudici, li aveva contattati per chiedere loro se ci stavano a fare una esperienza comunitaria nella parrocchia B.V. Addolorata in san Siro. Avevano ricevuto la notizia da pochi giorni e non avevano ancora deciso nulla, ma dissero “sì” ed è nata una esperienza nuova per loro e per la comunità che li accoglieva.

 

Il 14 settembre dello stesso anno, si presentavano in chiesa per la prima volta a salutare la gente e a pregare con loro in quella eucaristia che sarebbe stata la prima di tante altre che seguiranno. La collaborazione si è consolidata, i due si sono capiti e stimati a vicenda hanno cercato di valorizzare i carismi che il Signore aveva loro dato e si sono aiutati anche per superare insieme i limiti inevitabili che la natura umana porta con sé. Da sconosciuti sono diventati amici e si sono aiutati a servire quella comunità che era stata loro affidata. Non avevano, né hanno lo stesso carattere ma sono complementari e la differenza è sempre ricchezza quando è vissuta come dono e servizio.  Con la forza dello Spirito la comunità ha camminato: i giovani hanno trovato punti di riferimento stabili e seri, parole capaci di entusiasmare e di far crescere il cuore, gli adulti hanno capito che il vangelo non è solo teoria ma sa parlare al cuore e sa indicare il cammino verso un futuro che c’è e può entusiasmare.

 

I numeri sono forse gli stessi ma è cambiato il clima, la parrocchia non è semplicemente un luogo da frequentare quando si ha bisogno di qualche “servizio religioso” ma una possibilità di comunione reale tra le persone. Alcuni hanno capito e gli ambienti della parrocchia sono diventati “simpatici”: era bello ritrovarsi, non più per “dovere morale”, ma per la gioia di un incontro che può cambiare la vita.

 

Gli anni sono passati, i ragazzi sono cresciuti… sono diventati adolescenti… giovani … e loro, che incominciavano a gustare questo nuovo stile di credere in Dio, rischiano di sentirsi soli! Quel “duo” iniziato otto anni fa si rompe: don Roberto deve partire a fare il parroco nella parrocchia di Santa Lucia di quart’Oggiaro. Tutto quello che è stato… svanisce con un colpo di spugna? È questa la sfida: dimostrare che ciò che si è fatto è così stabile che non crolla perché qualcuno sta da un’altra parte! Il progetto che è stato vero per otto anni è vero ancora perché è lo stesso, è vero… non perché è di don Roberto ma perché è del Signore. Il distacco è sempre difficile ma aiuta a valutare la verità e la profondità di quanto c’è stato.  Il Signore ha detto una frase che non si può mai dimenticare: “Cercate prima il regno di Dio…” È questo che deve fare la nostra comunità. Possiamo farci molte domande, chiederci perché proprio a noi hanno “tolto” un sacerdote, quando ne avevamo tanto bisogno; può nascere la paura del futuro: «Era il momento giusto? Non era meglio aspettare quando i tempi sarebbero stati più maturi?» Domande lecite e vere alle quali però nessuno può dare risposta: né il vescovo, né don Roberto e neppure noi della comunità che resta. La risposta più vera sta nel fidarsi del Signore come lui stesso ha fatto quando era prossimo alla croce ed ha detto: «Padre nelle tue mani affido il mio spirito». Mi è piaciuta la frase di un nostro amico che frequenta la parrocchia: «La partenza di don Roberto ci mette a dura prova, ma forse ci dice che ora tocca a noi… io ci sono!».

 

A me piace comunque pensare che don Roberto non ci è stato “tolto”perché, al contrario, l’abbiamo “donato”: che bello sapere che una comunità che finora ci era sconosciuta (parrocchia di S. Lucia) riceverà quel dono che noi abbiamo potuto gustare per otto anni! Li sentiremo più vicini quei cristiani che riceveranno il Vangelo come noi l’abbiamo conosciuto.

 

Ed ora il futuro è nelle nostre mani o meglio in quelle di Dio che si serve di noi per mostrarlo.

 

Si ricomincia … comunque ma non sotto tono: è come partire di nuovo, ma la partenza deve sempre avere una meta. Cambiano gli interlocutori ma non il progetto. Ci sarà un  diacono il cui nome conosceremo il 5 ottobre quando ci saranno le “destinazioni”: sarà presente nella nostra parrocchia dal sabato pomeriggio al martedì sera, il resto della settimana la passerà in seminario. L’anno prossimo, quando sarà sacerdote rimarrà qui da noi per tre anni (non di più), sarà aiutato da don Paolo attuale coadiutore della parrocchia di Sant’Elena che a partire da quest’anno è anche il responsabile della pastorale giovanile della nostra parrocchia. Dovremo accoglierlo con gioia e simpatia per aiutarlo a fare i primi passi nella sua esperienza di giovane sacerdote.

 

Si ricomincia anche con il nuovo vescovo il Card Angelo Scola, lo accogliamo con lo stesso spirito di fede perché è un dono, perché, in questo momento, è lui il segno della comunione della nostra Chiesa ambrosiana; è con lui che dobbiamo costruire oggi il Regno di Dio in questo angolo di terra che è la Chiesa ambrosiana.

 

Si ricomincia infine con i nuovi consigli parrocchiali (pastorale ed affari economici): nella pagina seguente sono elencati i vari tempi di questo cammino che ci porterà a rinnovare la nostra comunità che ha bisogno di consigli saggi e costruttivi. Servono persone interessate al progetto di Dio, persone disponibili a mettersi in gioco, a vivere la propria esperienza cristiana come esperienza di comunione.

 

Ricomincia anche don Roberto… da un’altra parte; possiamo immaginare la sua tristezza nel lasciarci, le sue paure per questa nuova esperienza ma siamo anche certi della sua fede e dello Spirito santo che lo accompagna. Starà sempre nel nostro cuore: quando vorrà ritornare da noi sarà sempre il benvenuto ma può stare certo della nostra riconoscenza e della nostra preghiera che incomincia già da ora! Buona fortuna don!

Don Donato


RINNOVO DEI CONSIGLI PARROCCHIALI

 

(PASTORALE E “AFFARI ECONOMICI”)

 

Sono già passati 5 anni e siamo di nuovo qui a rinnovare i consigli parrocchiali (quello pastorale e quello per gli “affari economici”) È questo un momento fondamentale per il cammino della nostra comunità, richiede una forte corresponsabilità ed esige una presa di coscienza che la Chiesa non è “riservata ai preti” ma è di “tutti” coloro che in forza del battesimo fanno parte della comunità cristiana.

 

Oggi più che mai servono uomini e donne che hanno il coraggio di trasmettere quello che hanno a loro volta ricevuto: di essere un popolo che “Ascolta!” e vive di conseguenza. Uomini e donne che hanno il dono del “Consiglio”, molto importante per fare scelte adeguate e all’altezza dei tempi; scelte che dicono il nostro amore per Cristo e la sua Chiesa. Sì, la sua Chiesa, non quella che desideriamo o immaginiamo noi, quella che ha bisogno di uomini e donne che aiutino con la parola e con la vita le loro  comunità a testimoniare che l’anima del cristianesimo non è nella legge e neppure nel culto fine a se stesso ma nell’amore.

-          Un amore che ha anzitutto una dimensione verticale: “Amerai il Signore tuo Dio”. Un amore che coinvolge cuore, mente, anima, forze, cioè la vita intera e non un segmento di essa. Un amore che si traduce anche in conoscenza adeguata della sua Parola e del Magistero della Chiesa che aiuta ad incarnare questa Parola nel vissuto del quotidiano di ogni uomo.

-          Un amore che ha una dimensione orizzontale: “Amerai il prossimo come te stesso”, cioè in modo completo, spontaneo ed istintivo come ameresti te stesso. Un amore concreto, capace di far trasparire la profondità, la larghezza e la lunghezza del cuore di Cristo, verso ogni uomo che bussa alla porta delle nostre comunità.

-          Un amore che ha anche una sua meta: deve irradiarsi nella vita della Chiesa e del mondo e soprattutto deve emanare dall’Eucaristia e ad essa convergere per essere un amore veramente missionario. Un amore che oltrepassa le mura delle nostre sacrestie e raggiunga il cuore di ogni uomo che ricerca Dio.

 

Il rinnovo dei Consigli parrocchiali è preparato da varie tappe perché lì elezione sia responsabile in quanto si fonda sulla conoscenza reale dei candidati che si ritengono adatti a servire la nostra comunità con la saggezza del “Consiglio”.

    • Nelle domeniche 18 e 25 settembre sono dedicate alla richiesta delle candidature: tutti siamo invitati a proporre al parroco qualche nome di persone che riteniamo adatte a questo “servizio”

 

    • Domenica 2 ottobre è la giornata della sensibilizzazione di tutta la comunità e della chiusura della raccolta delle candidature

 

    • Domenica 9 ottobre presentazione dei candidati alla comunità con esposizione dei nominativi dei candidati, suddivisi in liste, eventualmente con fotografia.

 

    • Domenica 16 ottobre Elezioni.

 

    • Entro domenica 6 novembre bisognerà costituire ed effettuare una prima riunione del Consiglio pastorale: proclamati i risultati e raccolta l’accettazione degli eletti, il parroco sceglie gli eventuali componenti di sua spettanza e convoca il Consiglio per provvedere alla designazione dei membri del Consiglio per gli affari economici (un terzo del totale).

 

  • Domenica 13 novembre (I Avv.): Presentazione alla comunità dei nuovi Consigli parrocchiali: Dopo che il parroco o il responsabile di comunità pastorale ha scelto i membri di propria spettanza del Consiglio per gli affari economici vengono presentati alla comunità tutti i componenti dei due Consigli, secondo le indicazioni celebrative date nello schema riportato sul presente sussidio.

Don Donato


Congresso Eucaristico Nazionale

Signore da chi andremo?”

L’Eucaristia nella vita quotidiana

L’appuntamento ecclesiale si terrà ad Ancona dal 3 all’11 settembre.

 

“Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”. È questo il tema del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, che si terrà ad Ancona e nelle diocesi della metropolia dal 3 all’11 settembre 2011. La settimana si articolerà in momenti spirituali e celebrativi, riflessioni e testimonianze e culminerà con una solenne Celebrazione eucaristica domenica 11 settembre 2011 ad Ancona.

I significati del Congresso Eucaristico sono molteplici. In primo luogo, si tratta di un atto di fede nell'Eucarestia e un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana che in quei giorni vedrà convergere nel capoluogo marchigiano migliaia di fedeli da tutte le diocesi. L’evento riveste anche un significato sociale e culturale perché l'Eucarestia, sacramento dell'amore di Dio per gli uomini, è pane del cammino storico dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano.

È per questo che ad Ancona verrà sottolineato il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana, attraverso la ripresa dei cinque ambiti dell’esistenza già al centro del Convegno ecclesiale di Verona nel 2006: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza.

Sfondo biblico dell’intero appuntamento sarà il capitolo 6 del vangelo di Giovanni, da cui è tratto il versetto posto nel titolo. “Signore, da chi andremo?” è la domanda che l’apostolo Pietro rivolge a Gesù a conclusione del discorso sulla Parola e il Pane di vita. Ed è anche la domanda che dopo duemila anni ritorna come la questione centrale della vita dei cristiani oggi.

La settimana celebrativa del Congresso Eucaristico proporrà una scansione che aiuterà a rileggere, a partire dall’Eucaristia, alcuni ambiti della vita quotidiana, peraltro già presentati nel Convegno Ecclesiale nazionale di Verona del 2006, e quindi a rivisitare i luoghi della testimonianza che il cristiano è chiamato a dare del Signore e del suo Vangelo.

Il Concilio Vaticano II afferma che “la principale manifestazione della Chiesa si ha nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima Eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il Vescovo circondato dal suo presbiterio e dai ministri” (SC 41).

In questa prospettiva, si colloca Benedetto XVI quando istituisce il rapporto tra l’Eucaristia e la Chiesa particolare, vedendo nel ministero del Vescovo il compito imprescindibile di “guida, promotore e custode di tutta la vita liturgica della propria Chiesa” (Sacramentum caritatis, n. 39).

Benedetto XVI, riscoprendo il tesoro nascosto della tradizione cristiana, nell’Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis avverta la necessità di insistere sull’efficacia dell’Eucaristia per la vita quotidiana: “In quanto coinvolge la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione dell'uomo chiamato per grazia ad essere ad immagine del Figlio di Dio (cfr Rm 8,29s). Non c’è nulla di autenticamente umano — pensieri ed affetti, parole ed opere — che non trovi nel sacramento dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza” (n. 71). Il Papa può così fare proprio il proposito dei Padri sinodali: “i fedeli cristiani hanno bisogno di una più profonda comprensione delle relazioni tra l’Eucaristia e la vita quotidiana” (n. 77).


NOTIZIE DAL GRUPPO MISSIONARIO “INSIEME SI PUÒ”

 

EMERGENZA CORNO D’AFRICA

 

Nel momento in cui mi accingo a scrivere questo articolo, la temperatura è di 38° e non piove da almeno tre settimane. Allora il mio pensiero va alle notizie che provengono dal Corno d’Africa, cerco di immedesimarmi ma non ci riesco, io patisco solo un po’ di caldo, ma ho da bere e da mangiare in abbondanza.

 

Dopo il boom di notizie pervenute fino ai primi di agosto, adesso i problemi delle popolazioni di quella parte dell’Africa sembrano spariti nel nulla; eppure permangono e diventano sempre più gravi, solo non fanno più notizia.

 

Riporto l’articolo di Giuseppe Tito pubblicato su MeteoLive.it, un giornale non schierato occupandosi di meteorologia, ma che ci presenta la reale situazione:

 

Grave siccità nel Corno d'Africa, tra cause climatiche e gravi responsabilità umane

 

Nella biblica piaga della siccità ricorrente nell'Africa orientale alcune variabili climatiche, come la Nina, sono coinvolte da millenni; ma l'uomo resta il principale imputato per la sua scellerata condotta e l'utilizzo indiscriminato delle risorse. L'incremento demografico sta facendo il resto.

 

Gli effetti della siccità nel Corno d’Africa, soprattutto in Somalia, Gibuti, Kenya e buona parte dell’Etiopia, hanno assunto in queste ultime settimane proporzioni bibliche, e non solo per il grande esodo di popolazioni verso sud e i campi di accoglienza, ma anche per lo sfruttamento eccessivo delle risorse in uno degli ambienti più fragili del pianeta.

 

La siccità è iniziata tra novembre e dicembre dello scorso anno, quando all’attesa stagione delle piogge si è sostituito un penoso e lungo periodo caldo e secco. Con il mese di marzo si sono inaridite anche le speranze di vedere qualche goccia di pioggia e così grandi masse di gente ed animali hanno cominciato a spostarsi verso zone meno critiche, alla ricerca di acqua e vegetazione.

 

Gli ultimi mesi hanno visto aggravarsi la situazione, in concomitanza con l’aumento delle temperature e la diminuzione delle scorte di cibo e acqua. Centinaia di migliaia di persone hanno perso la vita e milioni sono in condizione di grave denutrizione, soprattutto i bambini e i pochi anziani sopravvissuti.

 

Il campo profughi di Dadaab nel nord del Kenya, realizzato dopo lo scoppio della guerra in Somalia nel 1991, capace di ospitare quasi 100.000 persone, oggi scoppia sotto il carico di oltre mezzo milione di disperati, con altre migliaia di persone in arrivo ogni giorno.

 

Proprio la guerra e i cosiddetti “signori” della guerra, sono da ricercare come una delle cause principali di questo disastro umanitario. Il perenne stato di emergenza e di confusione politica hanno contribuito non poco alle carenze e ai soprusi nei confronti dei più deboli. Il cibo in cambio dell’arruolamento, l’acquisto di armi al posto di derrate alimentari, i furti e i saccheggi degli aiuti umanitari hanno fatto il resto.

 

Se a questo si aggiunge la millenaria tradizione pastorale e per lo più nomade di gran parte della popolazione somala, kenyota e delle terre basse dell’Etiopia, si capisce come la fragilità del territorio si sia progressivamente aggravata a scapito dei più deboli. L’uso indiscriminato e incontrollato delle risorse vegetali e animali, l’assenza di una minima pianificazione territoriale e demografica hanno consentito l’accrescimento a dismisura di una situazione più che esplosiva.

 

Tra le altre cose, la notizia che questa siccità è la più grave degli ultimi 60 anni, …………………… era quantomeno prevedibile, se non altro come fenomeno attendibile, anche se nessuno forse poteva immaginare gli effetti che tutti stiamo osservando.

 

C’è chi urla che questo è solo uno degli effetti della catastrofe climatica che stiamo vivendo. La stessa FAO ha messo l’accento sull’aumento del costo delle materie prime alimentari a seguito delle grandi alluvioni in Australia e della storica ondata di calore in Russia dello scorso anno. Dati alla mano però si tratta di fenomeni, sì eccezionali, ma non irripetibili e comunque già verificatisi in passato e in parte correlati allo stesso fenomeno de La Nina.

 

L’unica vera variabile che è cambiata in modo sostanziale in queste aree è la popolazione umana, e con essa la sua concentrazione in certe aree, cui fa riscontro un uso insostenibile del territorio. Negli ultimi 50 anni la popolazione della Somalia è triplicata, ma quella dell’Etiopia è passata da 20 a oltre 80 milioni di abitanti e quella del Kenya da poco più di 8 a quasi 40.

 

Le antiche popolazioni Masai che hanno abitato questa regione da tempi preistorici, come pastori nomadi, avrebbero potuto continuare così a tempo indeterminato, tanto era radicato il loro equilibrio con l’ambiente di vita e ridotto il loro carico umano e di sfruttamento delle risorse.

 

Oggi tutto questo non appare possibile, per i numeri, ma soprattutto per quello che questi numeri vogliono dire in termini di uso del suolo, consumo di risorse alimentari e tutto il resto. Il mondo nel frattempo sta a guardare, preso com’è dalla crisi economica e di un sistema che ha fatto della depredazione e dell’indebitamento dei paesi poveri il lastricato della sua strada, che chiama all’appello tutte le scusanti possibili, non ultima quella del famigerato cambiamento climatico, ex riscaldamento globale, alias effetto serra ecc. ecc.

 

Molte associazioni si stanno muovendo per portare aiuto, in attesa che anche i Governi si facciano concretamente avanti.

 

Chi potesse e volesse aiutare segnalo che “Insieme si può…” ha da circa sei mesi aperto un progetto che inizialmente prevedeva la costruzione di un centro scolastico a Mogadisco e che, a seguito della crisi, è stato ampliato. (Il  progetto è cofinanziato dalle Fondazioni “Aiutare i Bambini” e “Umano Progresso” di Milano, storici partners di ISP.)

 

L’intervento è gestito in loco dall’African Union Mission in Somalia (AMISOM), missione di peacekeeping approvata dalle Nazioni Unite. L’unico modo, infatti, per attivare progetti di sviluppo e portare aiuto in Somalia è agire con la collaborazione dell’esercito; nemmeno le grandi organizzazioni possono o vogliono agire in maniera indipendente.  “Insieme si può...” ha un referente diretto all’interno della missione, da anni impegnato a favore della popolazione somala, garante dell’efficacia del progetto e della corretta gestione dei fondi.

 

Il sito di “Insieme si può” (www.365giorni.org) viene costantemente aggiornato sulla situazione in  Corno d’Africa.

 

Maria Rosa

 

Associazione Gruppi “Insieme si può...” ONLUS – ONG

Conto Corrente Postale: 13737325

Conto Corrente Bancario: UNICREDIT BANCA

IBAN: IT 16 K 02008 11910 000017613555


Settembre 2011

 

1

giovedì

S. Egidio

Messa solo alle h 8,30

 

16

venerdì

Ss. Cornelio e Cipriano

 

2

venerdì

Ss. Aussano e Mansueto

Messa solo alle h 8,30

 

17

sabato

S. Satiro

 

3

sabato

S. Gregorio Magno papa

Messa h 8,30 e h 18

Inizia il Congresso eucaristico nazionale ad Ancona

 

18

domenica

III dopo il Mart di G. Battista

Giornata parrocchiale dei malati con messa ore 10,45

4

domenica

I dopo il Mart di G. Battista

Riprende l’orario normale delle messe

 

19

lunedì

S. Gennaro

Preghiera nei cortili

5

lunedì

Beata Maria Maddalena Starace

   

20

martedì

Ss Andrea Kim e comp mart.

Preghiera nei cortili

6

martedì

S. Eva

Incontro per programmazione della festa patronale

 

21

Mercoledì

S. Matteo Ap-Ev.

Preghiera nei cortili

7

mercoledì

S. Eugenia Picco

Preparazione battesimi

 

22

giovedì

Ss. Maurizio e compagni martiri

 

8

giovedì

Natività della B.V.M.

In Duomo h 20,30

Saluto al Card. Tettamanzi

 

 

23

venerdì

S. Pio da Pietrelcina

 

9

venerdì

S. Pietro Claver

   

24

sabato

S. Tecla

 

10

sabato

B. Giovanni Mazzucconi

   

25

domenica

IV dopo il Mart di G. Battista

 

Festa patronale con saluto a Don Roberto

Messa unica ore 11


Duomo: ore 17 messa entrata Card. Angelo Scola

11

domenica

II dopo il Mart di G. Battista

Termina il Congresso eucaristico nazionale ad Ancona

 

26

lunedì

Ss. Cosma e Damiano

 

12

lunedì

Nome della B. V. Maria

   

27

martedì

S. Vincenzo de Paoli

 

13

martedì

S. Giovanni Crisostomo

   

28

Mercoledì

B. Luigi Monza

 

14

mercoledì

Esaltazione della Croce

   

29

giovedì

Ss. Michele, Gabriele e Raffaele Arcang.

 

15

giovedì

B. M. Vergine Addolorata

Messa solenne e veglia

 

30

venerdì

S. Girolamo

 

 

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