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LA VOCE DEL PARROCO SETTEMBRE 2011 - CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

Congresso Eucaristico Nazionale

Signore da chi andremo?”

L’Eucaristia nella vita quotidiana

L’appuntamento ecclesiale si terrà ad Ancona dal 3 all’11 settembre.

 

“Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”. È questo il tema del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, che si terrà ad Ancona e nelle diocesi della metropolia dal 3 all’11 settembre 2011. La settimana si articolerà in momenti spirituali e celebrativi, riflessioni e testimonianze e culminerà con una solenne Celebrazione eucaristica domenica 11 settembre 2011 ad Ancona.

I significati del Congresso Eucaristico sono molteplici. In primo luogo, si tratta di un atto di fede nell'Eucarestia e un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana che in quei giorni vedrà convergere nel capoluogo marchigiano migliaia di fedeli da tutte le diocesi. L’evento riveste anche un significato sociale e culturale perché l'Eucarestia, sacramento dell'amore di Dio per gli uomini, è pane del cammino storico dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano.

È per questo che ad Ancona verrà sottolineato il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana, attraverso la ripresa dei cinque ambiti dell’esistenza già al centro del Convegno ecclesiale di Verona nel 2006: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza.

Sfondo biblico dell’intero appuntamento sarà il capitolo 6 del vangelo di Giovanni, da cui è tratto il versetto posto nel titolo. “Signore, da chi andremo?” è la domanda che l’apostolo Pietro rivolge a Gesù a conclusione del discorso sulla Parola e il Pane di vita. Ed è anche la domanda che dopo duemila anni ritorna come la questione centrale della vita dei cristiani oggi.

La settimana celebrativa del Congresso Eucaristico proporrà una scansione che aiuterà a rileggere, a partire dall’Eucaristia, alcuni ambiti della vita quotidiana, peraltro già presentati nel Convegno Ecclesiale nazionale di Verona del 2006, e quindi a rivisitare i luoghi della testimonianza che il cristiano è chiamato a dare del Signore e del suo Vangelo.

Il Concilio Vaticano II afferma che “la principale manifestazione della Chiesa si ha nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima Eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il Vescovo circondato dal suo presbiterio e dai ministri” (SC 41).

In questa prospettiva, si colloca Benedetto XVI quando istituisce il rapporto tra l’Eucaristia e la Chiesa particolare, vedendo nel ministero del Vescovo il compito imprescindibile di “guida, promotore e custode di tutta la vita liturgica della propria Chiesa” (Sacramentum caritatis, n. 39).

Benedetto XVI, riscoprendo il tesoro nascosto della tradizione cristiana, nell’Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis avverta la necessità di insistere sull’efficacia dell’Eucaristia per la vita quotidiana: “In quanto coinvolge la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione dell'uomo chiamato per grazia ad essere ad immagine del Figlio di Dio (cfr Rm 8,29s). Non c’è nulla di autenticamente umano — pensieri ed affetti, parole ed opere — che non trovi nel sacramento dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza” (n. 71). Il Papa può così fare proprio il proposito dei Padri sinodali: “i fedeli cristiani hanno bisogno di una più profonda comprensione delle relazioni tra l’Eucaristia e la vita quotidiana” (n. 77).

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