Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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La Voce del Parroco Gennaio 2011

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Passi decisi di vittoria

 

Contro la tentazione di pensare che il male sia invincibile

 

Camminando tra i discorsi di benedetto XVI in questo Natale

 

Sono ancora frastornato dalle tante cose che ho sentito a Natale: parole belle e parole banali; fatti sconvolgenti ed edificanti, sentimenti di profonda umanità e atteggiamenti di vuoto scoraggiante. Quello che abbiamo vissuto in questo giorni non è che la fotografia di quello che siamo, del nostro mondo! Tutto previsto… mi verrebbe da dire, tutto questo lo conoscevo già, è risaputo.

 

La nostra epoca storica sta attraversando un periodo difficile, Benedetto XVI, nel suo messaggio alla curia romana del 20 dicembre, la paragona a quella della fine dell’impero romano:  «Un mondo stava tramontando. Frequenti cataclismi naturali aumentavano ancora questa esperienza di insicurezza. Non si vedeva alcuna forza che potesse porre un freno a tale declino…

 

Il (nostro) mondo con tutte le sue nuove speranze e possibilità è angustiato dall’impressione che il consenso morale si stia dissolvendo, un consenso senza il quale le strutture giuridiche e politiche non funzionano» e nel messaggio di Natale elenca, in una preghiera di speranza, le situazioni problematiche del nostro tempo: «La luce del Natale risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesù è nato e ispiri Israeliani e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica. L’annuncio consolante della venuta dell’Emmanuele lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso di esse. Ciò avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera. Così pure non vengano dimenticati coloro che in Colombia ed in Venezuela, ma anche in Guatemala e in Costa Rica, hanno subito le recenti calamità naturali. La nascita del Salvatore apra prospettive di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur e della Costa d’Avorio; promuova la stabilità politica e sociale del Madagascar; porti sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana

 

Il papa non si limita alla società civile ma guarda anche con sofferenza alla Chiesa: «Il volto della Chiesa è coperto di polvere, ed è così che noi l’abbiamo visto. Il suo vestito è strappato – per la colpa dei sacerdoti (cfr il tema della pedofilia). Così come lei l’ha visto ed espresso, l’abbiamo vissuto in quest’anno. Dobbiamo accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Solo la verità salva. Dobbiamo interrogarci su che cosa possiamo fare per riparare il più possibile l’ingiustizia avvenuta. Dobbiamo chiederci che cosa era sbagliato nel nostro annuncio, nell’intero nostro modo di configurare l’essere cristiano, così che una tale cosa potesse accadere. Dobbiamo trovare una nuova risolutezza nella fede e nel bene. Dobbiamo essere capaci di penitenza.» (Messaggio di auguri di Natale alla curia romana)

 

Eppure, pur dentro questa litania negativa, si sono sentite parole di speranza, si… perché il Natale è proprio questo: Dio ci ricorda che ama questo mondo, questa storia, non quella delle persone “per bene”, ma questa … così com’è, non la ama “a certe condizioni”, la ama semplicemente: Diceva ancora il papa nel suo messaggio natalizio: «Se la verità fosse solo una formula matematica, in un certo senso si imporrebbe da sé. Se invece la Verità è Amore, domanda la fede, il “sì” del nostro cuore. E che cosa cerca, in effetti, il nostro cuore, se non una Verità che sia Amore? La cerca il bambino, con le sue domande, così disarmanti e stimolanti; la cerca il giovane, bisognoso di trovare il senso profondo della propria vita; la cercano l’uomo e la donna nella loro maturità, per guidare e sostenere l’impegno nella famiglia e nel lavoro; la cerca la persona anziana, per dare compimento all’esistenza terrena».

 

C’è la tentazione di pensare che il male sia invincibile, al massimo lo si può arginare. No! A Natale, Dio ci ha detto che lo si può vincere. Si è fatto uomo per questo. Egli è venuto per essere il “primogenito” ciò il primo di una serie… Il primo che inaugura una vittoria già incominciata con la sua venuta, il primo che sfonda il muro della morte con la risurrezione, il primo che inaugura per noi l’essere in comunione con Dio. Tutta questa nuova schiera aperta da Cristo, incomincia nel momento in cui Maria avvolge il “primogenito” in fasce e lo pone nella mangiatoia (cfr il discorso del papa nella notte di Natale).

 

La fede non è la pura contemplazione di Dio ma la presa di coscienza che il Signore è vicino e si interessa a me, a noi, alla nostra storia. Il credo del cristiano nasce dall’incarnazione per diventare adorazione e quindi ringraziamento, non viceversa. Se Dio non si fosse fatto uomo sarebbe rimasto un “grande” un “onnipotente” ma sconosciuto e lontano. Non mi basta sapere che uno mi ama, ho bisogno di vedere il suo volto, di accarezzarlo perché l’amore non si accontenta del desiderio ma ha bisogno dell’abbraccio. E quando ci si abbraccia in qualche modo ci si appartiene. Noi siamo di Dio, gli apparteniamo e Lui ha voluto appartenere a noi. Nella cultura ebraica il primogenito era di Dio e doveva essere riscattato, ascoltiamo il papa, nell’omelia di Natale: «Il primogenito appartiene a Dio in modo particolare, è, per così dire, destinato al sacrificio. Nel sacrificio di Gesù sulla croce, la destinazione del primogenito si compie in modo unico. In se stesso, Egli offre l’umanità a Dio e unisce uomo e Dio in modo tale che Dio sia tutto in tutti».

 

Il nuovo anno che incomincia sulle note della giornata della pace (quest’anno è dedicata al tema della libertà religiosa come passo indispensabile per la pace ed il rispetto della persona) ci faccia riscoprire un Dio che, come dice sempre Benedetto XVI, «Non abbandona la pecora smarrita nel deserto in cui si è persa. Dio non si lascia confondere dal nostro peccato. Egli ricomincia sempre nuovamente con noi. Tuttavia aspetta il nostro amare insieme con Lui. Egli ci ama affinché noi possiamo diventare persone che amano insieme con Lui e così possa esservi pace sulla terra». Ricominciamo anche noi con passi decisi di vittoria certi che il male ci spaventa, certamente, ma non vince e noi, accompagnati dal Signore (“primogenito di molti fratelli”) abbiamo le armi per sconfiggerlo.

 

Buon Anno

don Donato

 

sintesi del messaggio di benedetto xvi nella xliv giornata mondiale della pace

 

libertà religiosa, via per la pace

 

Collage di alcuni passaggi interessanti del messaggio

 

Vengono alla memoria le recenti sofferenze della comunità cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco contro la Cattedrale siro-cattolica “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” a Baghdad, dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cinquanta fedeli, mentre erano riuniti per la celebrazione della Santa Messa. Ad esso hanno fatto seguito, nei giorni successivi, altri attacchi.

 

Rivolgo un incoraggiamento alle comunità cattoliche in Iraq e in tutto il Medio Oriente a vivere la comunione e a continuare ad offrire una coraggiosa testimonianza di fede in quelle terre e ringrazio vivamente i Governi che si adoperano per alleviare le sofferenze di questi fratelli in umanità e invito i Cattolici a pregare per i loro fratelli nella fede che soffrono violenze e intolleranze e ad essere solidali con loro. I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede.

 

Nella libertà religiosa trova espressione la specificità della persona umana. Negare o limitare in maniera arbitraria tale libertà significa coltivare una visione riduttiva della persona umana; oscurare il ruolo pubblico della religione significa generare una società ingiusta

 

La dignità trascendente della persona è un valore essenziale della sapienza giudaico-cristiana, ma, grazie alla ragione, può essere riconosciuta da tutti. Questa dignità, intesa come capacità di trascendere la propria materialità e di ricercare la verità, va riconosciuta come un bene universale.

 

L’illusione di trovare nel relativismo morale la chiave per una pacifica convivenza, è in realtà l’origine della divisione e della negazione della dignità degli esseri umani. Si comprende quindi la necessità di riconoscere una duplice dimensione nell’unità della persona umana: quella religiosa e quella sociale. Al riguardo, è inconcepibile che i credenti “debbano sopprimere una parte di se stessi - la loro fede - per essere cittadini attivi; non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti”.

 

La libertà religiosa non è patrimonio esclusivo dei credenti, ma dell’intera famiglia dei popoli della terra.

 

Una libertà senza relazione non è libertà compiuta. Anche la libertà religiosa non si esaurisce nella sola dimensione individuale, ma si attua nella propria comunità e nella società, coerentemente con l’essere relazionale della persona e con la natura pubblica della religione.

 

La strumentalizzazione della libertà religiosa: il fanatismo, il fondamentalismo, le pratiche contrarie alla dignità umana, non possono essere mai giustificati e lo possono essere ancora di meno se compiuti in nome della religione. La professione di una religione non può essere strumentalizzata, né imposta con la forza. Non si può dimenticare che il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Entrambe, infatti, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana

 

Nelle svariate culture religiose, mentre dev’essere rigettato tutto quello che è contro la dignità dell’uomo e della donna, occorre invece fare tesoro di ciò che risulta positivo per la convivenza civile.

 

Vi sono poi forme più sofisticate di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini. Esse fomentano spesso l’odio e il pregiudizio e non sono coerenti con una visione serena ed equilibrata del pluralismo e della laicità delle istituzioni, senza contare che le nuove generazioni rischiano di non entrare in contatto con il prezioso patrimonio spirituale dei loro Paesi.

 

La difesa della religione passa attraverso la difesa dei diritti e delle libertà delle comunità religiose.

 

Esprimo anche il mio auspicio affinché in Occidente, specie in Europa, cessino l’ostilità e i pregiudizi contro i cristiani per il fatto che essi intendono orientare la propria vita in modo coerente ai valori e ai principi espressi nel Vangelo. L’Europa, piuttosto, sappia riconciliarsi con le proprie radici cristiane, che sono fondamentali per comprendere il ruolo che ha avuto, che ha e che intende avere nella storia; saprà, così, sperimentare giustizia, concordia e pace, coltivando un sincero dialogo con tutti i popoli.

 

Come insegna il Servo di Dio Paolo VI, alla cui saggezza e lungimiranza si deve l’istituzione della Giornata Mondiale della Pace: “Occorre innanzi tutto dare alla Pace altre armi, che non quelle destinate ad uccidere e a sterminare l'umanità. Occorrono sopra tutto le armi morali, che danno forza e prestigio al diritto internazionale; quelle, per prime, dell’osservanza dei patti”. La libertà religiosa è un’autentica arma della pace.

 

Per conoscere cosa ha detto il consiglio pastorale parrocchiale

 

Il consiglio pastorale si è ritrovato lunedì 20 dicembre per riflettere sulla lettera che l’arcivescovo ha scritto a tutte le parrocchie del decanato dopo la sua visita pastorale fatta nel recente aprile. La lettera è stata già pubblicata su questo informatore nel mese di dicembre.

 

Si è riflettuto sui temi di fondo presenti nello scritto del vescovo che dovrebbero caratterizzare la nostra vita comunitaria:

 

1.  La pastorale d’insieme che dovrebbe aiutare tutte le sei parrocchie del decanato a collaborare di più tra di loro, vincendo da tentazione dell’autosufficienza pensando che tutto si esaurisce nella parrocchia stessa perdendo di visto sguardi più ampi.

 

2.  L’attenzione alla dimensione missionaria che non è solo una caratteristica del gruppo missionario parrocchiale ma deve essere uno stile di vita di ogni cristiano che esiste per essere annunciatore dell’amore di Dio nella storia umana

 

3.  La dimensione caritativa che al pari di ciò che è detto per la missionarietà deve essere un atteggiamento costante di ogni credente da non relegare solo al Centro di ascolto. Tutti noi siamo chiamati ad essere segno dell’amore di Dio non solo donando qualcosa di ciò che possediamo ma offrendo anche una parte del nostro tempo, sentendo gli altri come dei fratelli coi quali condividere una cammino comune fondato sulla solidarietà e la giustizia.

 

4.  La dimensione spirituale che non può limitarsi solo alla preghiera ma è uno sguardo della vita fatto con gli occhi di Dio che ci trasmette la sua sensibilità e ci aiuta a sentirci parte della sua storia di salvezza.

 

5.  Infine si è sottolineato l’importanza che il vescovo dà alla partecipazione dei laici nella vita della parrocchia. Si è notato che questa sensibilità è abbastanza percepita nella nostra comunità. Si avverte come i fedeli non si sentano solo parte di una struttura che offre solo “servizi religiosi” bensì hanno la coscienza di appartenere ad una famiglia che ha un progetto comune. A questo proposito si è anche parlato di come organizzare per il prossimo anno l’eventuale visita natalizia alle famiglie che dovrebbe essere fatta anche dai laici come chiede espressamente il nostro arcivescovo.

 

Dopo queste riflessioni si è cercato di mettere a fuoco alcune realizzazioni concrete che saranno messe all’attenzione dei prossimi consigli pastorali:

 

a)    L’attenzione al cammino delle famiglie che vanno aiutate e sostenute perché il contesto culturale non favorisce certo la loro stabilità.

 

b)   La nuovo proposta educativa che gravita attorno alla iniziazione cristiana vissuta dentro la dimensione catecumenale (Battesimo, Cresima Eucaristia ricevute insieme e non più staccate tra di loro)

 

c)    L’importanza della pastorale giovanile e l’attenzione all’oratorio

 

d)   La pastorale vocazionale: La mancanza di vocazioni sacerdotali e religiose incomincia a farsi sentire in una maniera preoccupante è giusto domandarsi cosa fare nella nostra parrocchia per rispondere a questo grosso problema

 

e)    Lo spirito di accoglienza che deve animare le nostre comunità cristiane in particolare (anche se non solo) verso gli stranieri. Suscitare una cultura della solidarietà.

 

f)     L’importanza della Parola di Dio e dei Sacramenti (in particolare sarebbe da verificare quanta importanza ha per la nostra gente l’eucaristia domenicale e la Confessione)

 

g)    La sobrietà sia nella vita pastorale che in quella personale.

Don Donato

 

       NOTIZIE DAL GRUPPO MISSIONARIO PARROCCHIALE 

 

“ INSIEME SI PUO’ ”

 

Gennaio è il mese dedicato alla pace e, pensando proprio alla pace, mi viene in mente il “Quarto stato” di Pelizza da Volpedo. Nella mia utopia, al posto dei contadini, vedo uomini e donne di ogni razza e nazione che marciano uniti alla ricerca di un futuro migliore.

 

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva e declama la

 

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

 

vorrei qui riportare il preambolo e gli articoli principali:

 

Preambolo

 

Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;

 

Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;

 

Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;

 

Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;

 

Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;

 

Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali;

 

Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;

 

L'ASSEMBLEA GENERALE

 

proclama

 

la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.

 

Articolo 1

 

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

 

Articolo 2

 

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

 

Articolo 3 

 

Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

......................... 


Articolo 7

 

Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

......................... 

 

Articolo 9


Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

 

.........................

 

Articolo 13

 

1.  Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2.  Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

 

Articolo 14

 

1.  Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

2.  Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

 

Articolo 15

 

1.  Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.

2.  Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.

.........................

 

Articolo 18

 

Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

 

Articolo 19

 

Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

.........................

 

 

Articolo 23

 

1.  Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

2.  Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.

3.  Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.

4.  Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

.........................

 

 

Articolo 29

 

1.  Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.

2.  Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.

.........................

 

Quelle persone che immagino camminare insieme, sono coloro che vivono con gli stessi principi della “Dichirazione universale dei diritti umani” che, per noi credenti, sono nella Parola di Dio.

 

Maria Rosa

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