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Vangelo di domenica 19 MAGGIO 2013 ed audio Omelia Don Donato

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ANNO C DOMENICA DI PENTECOSTE - VANGELO

VANGELO

Gv 14, 15-20

Lo Spirito della verità sarà in voi. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

 

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: 15«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».

 

 

AUDIO VANGELO

 

 

AUDIO OMELIA

 

 

 

SEGNALIAMO CHE CON INTERNET EXPLORER CI SONO PROBLEMI PER SENTIRE L'AUDIO, MENTRE CON ALTRI BROWSER FUNZIONA TUTTO REGOLARMENTE

Pare che con INTERNET EXPLORER 10 i problemi sembrano risolti

 

TESTO OMELIA

 

Festa di pentecoste – 19 maggio 2013

Omelia di don Donato

Lo Spirito ci sospinge ed apre i cuori alla mondialità

 

In questa messa abbiamo sentito la Parola in varie lingue, come ci diceva il giorno di Pentecoste nel Vangelo.

Quindi, la Parola di Dio non ha segreti per nessuno: la Parola di Dio è per tutti.

Anche per voi ragazzi che, avendo ricevuto la Cresima sabato, e avendo fatto la Prima Comunione, avete ricevuto questo Spirito che vi dice: “Non pensate solo a voi. Uscite!”.

Come gli apostoli che erano chiusi nel cenacolo e avevano la tentazione di stare li rinchiusi, per paura.

Lo Spirito va su di loro e li fa uscire: “Andate! Quella gioia e quella forza che avete dentro non tenetela solo per voi. Datela a tutti”.

Questo è il senso della Pentecoste:

  una Chiesa che apre le porte,

  una Chiesa che va fuori, come continua ad insistere Papa Francesco

  una Chiesa che ha orizzonti grandi, orizzonti aperti.

Quindi è bello che voi, una volta ricevuto la Cresima e la Comunione continuiate a ritrovarvi in oratorio, che continuiate a crescere nella fede: perché il cammino di crescita non è finito, ora incomincia il momento della testimonianza.

Ritrovatevi continuamente in questo cammino educativo, perché attraverso l’esperienza dell’oratorio possiate “uscire”, come faremo oggi, quando alla fine della messa io, i sacerdoti ed i chierichetti andremo in fondo alla chiesa ad aprire le porte.

Quasi a dire, simbolicamente: “Uscite! Andate! Quello che avete ascoltato, portatelo. Quella vita che avete vissuto e avete riconosciuto, fatela vedere”: una Chiesa dalle porte aperte.

E vedrete che, prima di finire la messa, il Cero Pasquale, che abbiamo portato in chiesa quella notte di Pasqua, verrà a sua volta portato al Battistero.

L’abbiamo posto per 50 giorni qui davanti all’altare e l’abbiamo tenuto acceso da Pasqua a Pentecoste, quindi lo collocheremo al Battistero, per dire:

  tu che sei battezzato…

  tu che sei cresimato…

  tu che ricevi l’Eucaristia tutte le domeniche…

  tu che sei diventato luce…

portala questa luce!

Ecco perché porteremo il Cero Pasquale al battistero: per dire che tutti i battezzati devono essere luce.

Gesù nel Vangelo ci dice: “Ricevete lo Spirito”.

  Ma cosa fa lo Spirito che abbiamo tutti ricevuto nel Battesimo e nella Cresima? Quello stesso Spirito che avete ricevuto voi ragazzi sabato scorso.

Lo Spirito vi insegna la verità tutta intera.

Abbiamo bisogno di verità. Nel mondo ci sono tante idee, tante confusioni…Il Signore ci consegna il suo Spirito per dire: “Ti aiuto io…. tra tante verità e tante parole, a scegliere quella giusta. Quella che serve a te …. al mondo”.

Impara a scegliere tra le tante suggestioni, quella che ti fa crescere; perché non tutto quello che sentiamo e vediamo ci fa crescere.

Imparare a scegliere. Ecco cosa ci insegna lo Spirito.

  Ci aiuta a scegliere la verità e ci aiuta ad approfondire il Vangelo.

Il Vangelo è la cosa più bella che noi possediamo. Non lo sappiamo ancora ed è questo il problema. Non ci accorgiamo di avere in mano una cosa meravigliosa qual’è il Vangelo, e non lo conosciamo.

Ragazzi e adulti, conoscetelo di più. Sfruttiamo le occasioni per conoscere il Vangelo.

È qualcosa di grande e se lo conosceremo veramente diventeremo grandi.

Lo Spirito ci spingerà e quelle “porte aperte” diventeranno un segno grande.

Conoscere il Vangelo, quindi, vuol dire “comunicarlo” perché quando si ha dentro una cosa bella, non la si può tacere. Succede a tutti.

Quando abbiamo dentro una notizia che sappiamo essere bella, alla prima persona che vediamo glielo diciamo: perché è troppo bella quella cosa che ho dentro, è troppo grande ed è per tutti. Perché debbo tenerla per me?

Questo è lo Spirito! E se voi notate, la Pentecoste è un po’ come quello che è capitato a Gesù nel Giordano.

Gesù per una parte della sua vita era “nascosto” a Nazaret, non si esprimeva, viveva a Nazaret.

Ma ad un certo punto va al Giordano. In quel momento scende lo Spirito su di lui.

Da quel momento le porte si aprono: comincia a percorrere la Palestina, comincia ad annunciare il Regno di Dio…da quel momento.

Lo stesso per gli apostoli: erano chiusi nel Cenacolo e avevano paura. Arriva lo Spirito, si aprono le porte ed escono. Vanno ad annunciare a tutto il mondo, e moriranno per quel Vangelo che annunciano. Diventano talmente coraggiosi…

Altrettanto succede a noi: siamo chiusi nel nostro mondo, nei nostri bisogni, nelle nostre esigenze; arriva lo Spirito – ed è arrivato -  e apre le porte del cuore. Apre le porte della vita e ci dice: “Vai, annuncia”.

Permettetemi allora, di fronte a questo annuncio che ci fa capire che siamo fatti per tutti, per il “mondo”, di citarvi alcune frasi che ho trovato leggendo il Card. Martini, che mi sembrano adatte alla giornata di oggi.

E con queste frasi vorrei chiudere il mio commento.

Diceva il Card. Martini, nel 2002: «Superate il disagio di essere “piccolo gregge”. Esprimetevi con serenità e sicurezza, gioiosi di vivere da cristiani nel mondo, perché la testimonianza non è una propaganda superficiale e subito vincente, è la riconoscente convinzione di un dono ricevuto, un benessere da diffondere, una gioia da provare…Attraversate la città contemporanea con il desiderio di ascoltarla, di comprenderla, senza schemi riduttivi e senza paure ingiustificate, sapendo che insieme è possibile conoscerla nella sua varietà diversificata, nella rete di amicizie e di incontri, nella collaborazione tra i gruppi e le istituzioni. Favorite i rapporti tra persone che sono diverse per storia, per provenienza, per formazione culturale e religiosa.

Possiate essere il fermento e i promotori di nuove “agorà” (piazze- luoghi d’incontro) dove si possa dialogare anche tra coloro che la pensano diversamente in una ricerca appassionata e comune. Dobbiamo creare piazze nuove tra le nostre case, dove ci siano, nel rispetto reciproco, vere possibilità di intesa tra il fratello, il cittadino e lo straniero.

È necessaria una maggiore educazione alla mondialità che favorisca una reale integrazione fra culture e realtà umane, senza fermarsi ad occasioni sporadiche, ma realizzando esperienze costanti di apertura e di accoglienza verso rinnovate integrazioni ecclesiali e sociali. Abbiate un’anima universale»

Mi sembra che questo augurio di Martini possa essere molto adatto in questa Festa delle Genti.

Diventiamo meno provinciali e più universali, con il cuore aperto al mondo; e quella porta che apriremo alla fine della messa sia un segno simbolico per dirci: “Andate, proclamate quella gioia che avete incontrato in chiesa con il Signore”.

Auguri a tutti voi cari ragazzi che continuate la vita; e auguri a tutti noi perché possiamo diventare una parrocchia più aperta al mondo e più attenta a tutti.

 

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