Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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Vangelo di domenica 26 MAGGIO 2013 ed audio Omelia Don Donato

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ANNO C I DOMENICA DOPO PENTECOSTE - VANGELO

VANGELO

Gv 14, 21-26

Nel mio nome il Padre manderà lo Spirito Santo.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

 

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: 21«Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

22Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». 23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

 

AUDIO VANGELO

 

 

AUDIO OMELIA

 

 

 

SEGNALIAMO CHE CON INTERNET EXPLORER CI SONO PROBLEMI PER SENTIRE L'AUDIO, MENTRE CON ALTRI BROWSER FUNZIONA TUTTO REGOLARMENTE

Pare che con INTERNET EXPLORER 10 i problemi sembrano risolti

 

TESTO OMELIA

 

 

Festa della Trinità – 26 maggio 2013

Omelia di don Donato

La Trinità è un progetto di comunione per tutti i battezzati, da testimoniare

 

Quest’oggi siamo qui, ad accompagnare 4 bambini che, con il Battesimo, entreranno nella nostra comunità.

Essi condividono un cammino. Quindi, a partire da oggi, possiamo dir loro: cari bambini, questa è la vostra casa, questo è il luogo dove siete chiamati ad incontrarvi, a costruire una comunione.

Quale comunione? Quella che oggi celebriamo in questa festa: la Festa della Trinità, che è il Mistero per eccellenza della fede cristiana. Il più difficile da capire, ma che svela il Mistero della nostra esistenza.

Oggi ricordiamo la Trinità. Cosa vuol dire?

Vuol dire che Dio non è “solo”; Dio è una “comunità” di 3 persone: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo; 3 persone “distinte” - come diciamo nel Credo - “uguali e distinte”.

Non sono 3 “dei”, ma 3 “persone”; le quali sono così perfette da realizzare quello che noi uomini cerchiamo di fare senza riuscirci: realizzare l’unità.

Quando noi ci amiamo, non è forse vero che vogliamo unirci? L’Amore ha come intendimento unico il “fondere”, l’ “unire”. Quando si ama una persona si vuole stare con lei, le si vuole dare tutto, si vuole avere tutto, sentire che tutto ciò che è suo …è nostro, e tutto ciò che è nostro …è suo. Questa è la logica dell’Amore! Ma noi, che siamo limitati, non riusciamo mai a diventare una cosa sola perfettamente; anche se ci vogliamo bene, rimaniamo sempre 2-3-4….

Guardate le vostre famiglie: papà, mamma, figlio che state battezzando… vi volete bene fin che volete, ma rimanete sempre 3..4.

Dio, invece – il Padre-il Figlio e lo Spirito Santo – si vogliono così bene e sono così perfetti che ce la fanno a diventare “una cosa sola”: un Dio solo (non sono 3 dei).

Ma che cosa insegna la Trinità?

Ci insegna che l’Amore non è fatto dalla fusioneFaccio un esempio un po’ banale: alla mattina quando prendo il caffè, ci metto il latte, aggiungo lo zucchero… Ottengo così una bevanda che non è né latte, né caffè, né zucchero… è un’altra cosa; un’altra bevanda che deriva dalla fusione di latte, caffè e zucchero. La Trinità non è cosi: non sono 3 che si fondono insieme e diventano un’altra cosa. La Trinità sono 3 “persone che rimangono distinte”, ma si vogliono così bene da diventare un unico Dio. Quindi abbiamo un’unica volontà, un unico desiderio… un unico Dio

La Trinità, dunque, ci insegna ad essere anche noi così, a rimanere sempre noi stessi, con la nostra individualità, ma nello stesso tempo ad essere così capaci di amarci da diventare un tutt’uno con l’altro.

La Trinità è un progetto per tutti gli uomini.

Noi siamo fatti ad immagine di Dio, quindi siamo chiamati a “fare” l’unità. Vivere l’esperienza dell’unità, significa vivere l’esperienza della comunione.

Lo dico sempre: “Dio non è solo”. Permettetemi la battuta: “Poveretto”, se Dio dovesse, per tutta l’eternità, essere “solo”. No! Sono in 3…e si vogliono bene.

Dio è una comunità: la comunità perfetta

ü  l’ideale di tutte le comunità.

ü  l’ideale per voi genitori che oggi battezzate questi bambini

ü  l’ideale per noi Chiesa, come comunità cristiana che rimanendo noi stessi, dobbiamo cercare di diventare un unico popolo:

    dove l’Amore è capace di abbattere tutte le barriere della divisione;

    dove l’Amore è capace di abbattere tutte le barriere della diversità;

    dove l’Amore diventa accoglienza;

    dove l’Amore diventa valorizzazione dell’altro;

    dove l’Amore mette l’altro al primo posto.

“Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”: ecco qual è il progetto per questi bambini; ecco qual è il progetto di essere Chiesa: diventare una comunità cristiana, un popolo solo, un volersi bene che è più grande della differenze che ci dividono: anzi, far diventare la differenza …ricchezza.

Questo è il valore della Trinità: la differenza è ricchezza, non ostacolo.

Questi bambini sono diversi, ma sono “dono”. “Dono” perché entrando in questa comunità diventano una ricchezza portata a ciascuno di noi.

Oh! Se dovessimo capire questo! Se fossimo capaci di capire che l’altro, che è diverso da noi, che magari ci fa innervosire per la sua diversità, è un “dono”! Accogliamolo così com’è e aiutiamolo a cambiare, come, anche, lasciamoci cambiare da lui.

Questo è il progetto della Trinità: far diventare la differenza un dono, un cammino comune, una capacità di costruire qualcosa insieme.

Battezzando questi bambini, voi vi impegnate in questo!

Riscoprendo oggi il nostro Battesimo, noi tutti qui presenti, ci re-impegniamo a vivere questa comunione.

Ricordatevi sempre che Gesù ha detto: “Che siano una cosa sola, perché il mondo creda”

Cristiani, con il Battesimo, siamo diventati tali, è questa l’unica cosa che dobbiamo cercare: diventare una cosa sola, pur diversi, anzi qualche volta…contrapposti.

La grande sfida del Battesimo sta nel richiamo a ricercare continuamente il “diventare una cosa sola”, dobbiamo cercare in tutti i modi che l’altro, che siede accanto a noi nella Messa e al quale noi daremo il “segno della pace”, fa parte di noi. Nel momento stesso in cui “daremo la pace”, quell’altro fa parte della nostra vita, lo accogliamo come parte della nostra vita. E con lui, costruiremo questa comunione. Così, coloro che non partecipano a questa Eucaristia, che non credono in Gesù, potranno dire, vedendoci: «Ma perché questi si vogliono bene? Da dove viene questo bene? Che bello… allora è possibile volersi bene

Ecco il progetto: aiutare i vostri figli ad amare, ad accogliere, a volersi bene, a diventare una cosa sola per dire che è possibile per tutti l’Amore della Trinità.

Quest’Amore che – pur essendo di 3 “diversi” – diventano un unico Dio, un’unica comunità, un solo Amore.

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