Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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Voce del Parroco Ottobre 2011 - LA FESTA PATRONALE

LA FESTA PATRONALE

 

Quest’anno la festa ha avuto una dimensione diversa dalla ultime edizioni perché oltre che essere il momento di festa per una comunità che ricomincia il suo cammino pastorale sotto l’aiuto della vergine Addolorata protettrice della parrocchia è stato il saluto che tutta la nostra comunità ha voluto dare a don Roberto che dopo 8 anni di intenso e proficuo lavoro pastorale lascia la parrocchia per essere parroco in Santa Lucia di Quarto Oggiaro.

È stata una giornata intensa di emozioni sia di don Roberto che di tutti i partecipanti che ha avuto nella messa il suo momento più significativo. A don Roberto che nella predica ha insistito sul concetto dell’essere plasmati dal Signore sono state date le lettere che le persone hanno voluto scrivere a lui come saluto ed è stato dato un assegno di € 10.000 raccolti nei giorni precedenti con l’intenzione di regalargli una macchina che lui sceglierà secondo i suoi gusti e che dovrà rimanere segno visibile dell’affetto e del ringraziamento che la comunità vuol fare per i suoi anni passati coi giovani e con tutta la comunità.

La giornata è continuato con il pranzo in salone che ha visto la presenza di 220 persone. Subito è seguito un omaggio che i giovani hanno fatto a don Roberto ricordando, con scenette ed immagini, i tempi più significativi passati insieme.

Dopo la preghiera si è continuato coi giochi preparati come di consueto dai giovani.

Ecco ciò che ha reso la festa dal punto di vista economico:

Pranzo                                 € 2.127,00

Bar, salamelle, Patatine       € 350,00

Pesca                                   € 850,00

Vendita torte                         € 525,00

Stands                                  € 70,00

 

Si ringrazia tutti coloro che hanno dato il loro apporto e loro tempo per realizzare tutto questo

 

Qui di seguito viene riportato il brano tratto dal piccolo principe che don Donato ha letto a conclusione della S. Messa come saluto a Don Roberto:

 

"Buon giorno", disse la volpe.

"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carino..."

"Sono una volpe", disse la volpe.

"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono così triste..."

"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica".

"Che cosa vuol dire «addomesticare»?"

"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire «creare dei legami»..."

"Creare dei legami?"

"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo".

Se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:

"Per favore... addomesticami", disse.

"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".

"Non ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"

Così il piccolo principe addomesticò la volpe.

E quando l'ora della partenza fu vicina:

"Ah!" disse la volpe, "... piangerò".

"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."

"E' vero", disse la volpe.

"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.

"E' certo", disse la volpe.

"Ma allora che ci guadagni?"

"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".

Poi soggiunse:

"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto".

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo".

E ritornò dalla volpe.

"Addio", disse.

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".

"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.

"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".

"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu …. Don Roberto…. diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."

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